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La riforma del diritto fallimentare è legge. Pagliari: ora al centro salvezza di aziende e posti di lavoro

La riforma del diritto fallimentare è legge, approvata definitivamente al Senato con 172 sì.

 

Il senatore del PDGiorgio Pagliari, relatore al disegno di legge “delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza”, commenta l’approvazione ella legge.

“Con la legge delega che oggi il Senato approva in modo definitivo si segna una svolta nella disciplina dell’insolvenza, inserendo nell’ordinamento italiano una normativa richiesta dall’Ue e attesa dal mondo produttivo.

“Andando finalmente oltre il regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, si pone al centro il superamento della crisi dell’insolvenza dell’azienda e non il tema del debito e della sua punizione.La procedura disegnata, a partire dalla fase preventiva dell’allerta, si muove nella logica di ricercare fino in fondo tutte le possibilità di superare la crisi aziendale per salvare le attività imprenditoriali, i posti di lavoro e le famiglie stesse degli imprenditori, evitando le drammatiche conseguenze che il fallimento comportava secondo la disciplina prevista, appunto dal regio decreto”.

 

Il ministro della Giustizia AndreaOrlandoha chiarito che con l’approvazione in Senato del ddl per la riforma del diritto fallimentare.

“L’impianto dell’attuale legge fallimentare risale al 1942, un’epoca profondamente diversa per l’economia e la società. Credo che questa legge cambierà profondamente le dinamiche attraverso le quali si arriva alla gestione della crisi d’impresa” e “diamo una grossa mano anche all’economia del Paese, perchè questo è anche uno dei punti di debolezza segnalati dalla comunità internazionale rispetto al nostro sistema e alla nostra competitività: affrontiamo un tema che riguarda decine di migliaia di euro, perchè tanto è il valore dei beni sottoposti alle procedure fallimentari nel nostro Paese in questo momento”.

 

Parlando in Senato con i giornalisti,Orlandoha sottolineato che “la nuova normativa cambia la figura del fallito, non si parlerà più di fallito, ma non soltanto come cambiamento linguistico: non si parlerà più di fallito perchè la persona che avrà in qualche modo avuto una sconfitta imprenditoriale potrà ritentare e non ci saranno più i vincoli che oggi impediscono di riprendere un’attività di carattere economico”.

 

 

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