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Enti locali, Marattin: “Un dramma il crollo degli investimenti. Superato il patto di stabilità interno, ora stanno ripartendo”

Come si spiega il crollo degli investimenti negli enti locali, documentato ieri da Repubblica?

«Più che un crollo, un dramma», dice Luigi Marattin, consigliere economico di Palazzo Chigi.

«Per i Comuni siamo passati dai 20 miliardi del 2004 ai 10 del 2014. Per troppo tempo gli enti locali sono stati abituati a non spendere perché le risorse erano poche e vincolate dal patto di stabilità interno».

Quel patto non c’è più, le risorse sì. Ancora tutto fermo.

«Il patto l’abbiamo cambiato nel 2016. E in quell’anno gli investimenti dello Stato salivano del 6,9%, mentre quelli locali scendevano dell’ 11,8%. E poi stiamo attenti ai numeri che usiamo».

Quali?

«L’Istat contabilizza gli investimenti per cassa, dunque i pagamenti effettivamente erogati. E quelli sono in calo. Ma se guardiamo agli impieghi, cioè se hai fatto le gare, il quadro è totalmente diverso: +5,4% degli impegni locali nel 2016 sul 2015. E di quel +5,4% i Comuni fanno +10,3%».

Cosa significa questo?

«Che le gare non si sono mai fermate».

Ma poi si non si avanza. Colpa dei ricorsi? O del Codice degli appalti?

«I ricorsi rallentano, non c’è dubbio. Il Codice degli appalti ormai è un alibi. I bandi sono crollati solo nel primo mese di applicazione. Poi no. I dati Cresme di luglio li danno a 47 0,8 % sul 2016».

Politica locale inadeguata o carenza di progetti?

«Non è tutta colpa dei Comuni, sebbene nel 2016 abbiano lasciato 3 miliardi inutilizzati. Non potevano pagare i progetti fino a che non erano sicuri di spendere. Ora siamo in un nuovo mondo. Il Patto non c’è più e possono impiegare gli avanzi di bilancio, grazie ai 700 milioni. Abbiamo lanciato una sperimentazione in 700 Comuni della zona sismica 1: sono 40 milioni in tre anni stanziati dal governo Renzi. Ma la macchina è stata ingolfata per 17 anni. Ci vuole tempo per ripartire».

Come pensate di sbloccare gli ultimi ingranaggi?

«Abbiamo lanciato una sperimentazione importante in 700 Comuni della zona sismica 1, mettendoci 40 milioni in tre anni che i sindaci possono usare per pagare i progetti, prima ancora dell’approvazione del bilancio preventivo. Se funziona, possiamo estenderlo».

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