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Martina: “L’Ilvanon chiude, la gara resta valida. Di Maio fa retromarcia e segue impostazione dei nostri governi”

“L’Ilvanon chiude, la gara resta valida. Bene così, tutelato il lavoro. Le parti sociali trovano un accordo. Il Ministro Di Maio fa retromarcia e segue impostazione dei nostri governi. Ora massima attenzione a proseguo investimenti ambientali”. Lo scrive su Twitter il segretario delPdMaurizio Martina.

“Una grande giornata perIlva, per l’industria italiana e per Taranto. Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali. Complimenti a aziende e sindacati e complimenti non formali a Luigi Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta”. Così l’ex ministro dello Sviluppo economico, e ‘padre’ della gara che ha portato alla scelta di ArcelorMittal, commenta su Twitter la positiva conclusione del tavolo al Mise. “Il merito dell’accordo sindacale – dice Carlo Calenda in un altro tweet – riguarda le parti sociali. Se lo hanno ritenuto migliore di quello proposto da noi va bene così.Ilvanon chiude, la gara resta valida e l’investitore è quello che abbiamo trovato noi. Una vittoria netta per i governi delPde per l’Italia.

 

“Finalmente, grazie alla responsabilità di sindacati e azienda, è stato trovato un accordo che permetterà adIlvadi non chiudere e all’Italia di non perdere un ruolo strategico nella siderurgia. Ora la parola passa ai lavoratori”. É quanto sostiene la responsabile Lavoro delPd, Chiara Gribaudo, che aggiunge: “Irresponsabile per 100 giorni è stato invece il ministro Di Maio, riuscito a bruciare decine di milioni di euro mentre trascinava questa vicenda in baruffe legali e sterile propaganda. Si sono persi 3 mesi e 800 posti di lavoro a tempo indeterminato perché, come giustamente ricorda Teresa Bellanova, il governo precedente aveva trovato una quadra maggiormente vantaggiosa che portava a 11.500, anziché 10.700, il numero dei lavoratori tutelati fin da subito”. “Alla fine della fiera, la verità è che la gara era legittima e che il percorso costruito dal nostro governo era corretto, e ha permesso di arrivare al risultato odierno. Si potevano far risparmiare soldi allo Stato e sofferenze ai lavoratori, che di questa assurda attesa sono stati vittime”, conclude Gribaudo.

 

“Dodici decreti per salvare #ILVAe oggi il nuovo Governo cambia idea e riconosce il lavoro fatto. Bene. Era fondamentale per i lavoratori. Nessuna ironia, oggi. Solo grazie a chi ci ha messo il cuore, a cominciare da Andrea Guerra, Federica Guidi, Carlo Calenda, Teresa Bellanova”. Lo scrive su Twitter l’ex premier, oggi senatorePd, Matteo Renzi.

“Dalle prime notizie, e in attesa di leggere nero su bianco – motivazioni incluse – quanto verrà sottoscritto tra qualche ora, un dato balza evidentissimo agli occhi: Di Maio fa una clamorosa marcia indietro, riconosce la bontà di quanto fatto da noi, la gara era pienamente legittima, tutto è – al netto del preziosissimo tempo perduto a blaterare – in piena continuità con il lavoro svolto nel corso dei 34 incontri precedenti da me presieduti. Tutto tranne un punto: non capiamo come mai 10mila 700 lavoratori siano di più di 11mila 500, ovvero quanti ne metteva in sicurezza a tempo indeterminato l’addendum da noi presentato alle parti nel maggio scorso”. Lo sottolinea la senatricePdTeresa Bellanova. “E perché sia sparita dal tavolo l’ipotesi della società costituita con la partecipazione di Invitalia, funzionale ad assorbire quei segmenti di lavoro che AM esternalizzerà per ragioni legate alla sua organizzazione produttiva senza che questo potesse causare – lo avevamo scritto in modo chiarissimo – concorrenza con le aziende attualmente fornitrici di servizi”, aggiunge.

 

“L’accordo suILVA, che coinvolge sia Taranto che Genova, sblocca finalmente il destino di tanti lavoratori. L’altra buona notizia è che il governo non ha alcuna intenzione di dare seguito alle assurde promesse elettorali, sposando la linea del precedente esecutivo. Prima sull’economia e sull’Europa, poi sui vaccini, infine anche sull’ILVA, assistiamo a clamorosi quanto positivi passi indietro. Speriamo che la cosa succeda anche per le grandi opere, a partire dalla gronda genovese e dal Terzo Valico. Significa che le ricette delPDsono quelle giuste. Dispiace che Lega e Cinque Stelle abbiano ingannato così spudoratamente milioni di elettori, a cui chiediamo, la prossima volta, di votare l’originale, invece che la brutta copia”. Così Raffaella Paita, deputata delPD.

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