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Misiani: “Più giustizia fiscale la missione da compiere”

Caro Direttore,

quello che spaventa gli italiani è la percezione del caos, dell’incertezza e dell’assenza di futuro. Gli italiani anche quelli della classe media reclamano sicurezze e giustizia sociale. Un fisco più equo e una politica per aumentare i redditi bassi e medi non spaventano le persone. Le spaventa piuttosto, ripeto, l’instabilità e la sensazione di una classe dirigente incapace di decidere, di fronte alle difficoltà nell’accesso a beni essenziali come la sanità, la casa o l’istruzione.

 

Il corsivo di Antonio Polito (Corriere, 23 ottobre) offre spunti di riflessione interessanti e certamente coglie difficoltà reali. Esiste un problema di erosione delle possibilità della classe media. Noi dobbiamo intervenire con strumenti nuovi ed efficaci. Mi permetto tuttavia di non condividere la tesi principale che ispira l’articolo: ciò che impaurisce il ceto medio non sono le politiche fiscali del governo, ma l’incertezza. È l’effetto tela di Penelope che spaventa i cittadini: il riproporsi di un gioco logorante in cui si vede la notte demolire quello che viene fatto durante il giorno. Per questo ribadisco: avanti con i fatti, con un metodo di lavoro basato sulla lealtà, sulla velocità d’azione e sulla concretezza.

 

Detto questo, credo che valga la pena entrare nel merito su due temi affrontati che riguardano l’azione del governo: le politiche fiscali e le misure a favore dei ceti medi. Primo. Noi vogliamo essere il partito della giustizia fiscale. Crediamo che, per ripartire e per essere più giusta, l’Italia debba raccogliere la sfida di abbattere in pochi anni il livello oggettivamente inaccettabile di evasione fiscale. Spaventa gli italiani? Non credo, perché gli italiani onesti sono la stragrande maggioranza e sanno benissimo che gli evasori fiscali li ingannano due volte: prima sottraendo risorse destinate alle famiglie, allo sviluppo e alla riduzione delle tasse; e poi facendo concorrenza sleale a chi opera nel mercato rispettando le regole.

 

Secondo. Il sostegno ai redditi bassi e medi. La scelta più importante della legge di bilancio è lo stop all’aumento deriva, che evita una stangata da 23 miliardi che sarebbe costata in media ad ogni famiglia italiana 541 euro. La seconda misura è il taglio del cuneo fiscale, che nel suo commento Polito cita in maniera un po’ liquidatoria. Io dico invece che una risposta all’impoverimento dei ceti medi è oggi fondamentale, perché il livello dei redditi italiani è troppo basso, perché è un freno ai consumi, perché è fonte di insopportabili diseguaglianze, da cui si origina il rancore e la rabbia di tanti cittadini. Per aumentare gli stipendi 3 miliardi sono pochi? E un inizio, dal 2021 saranno 5 miliardi e rappresentano il primo passo di una più strutturale riforma dell’Irpef. Sono risorse coperte non con clausole di salvaguardia, come è avvenuto in passato, ma recuperando l’evasione fiscale e tagliando una serie di spese improduttive.

 

Su un punto ha invece pienamente ragione Polito: se c’è una cosa da evitare è la politica degli annunci, dei proclami, della propaganda via social.L’Italia oggi è un Paese più affidabile e protagonista in Europa: grazie alla credibilità e alla fiducia ritrovata risparmieremo nel 2020 ben 7 miliardi di euro di interessi sul debito, che salgono a quasi 12 nel 2021 e oltre 17 nel 2022. Questo «dividendo della stabilità» è cruciale per aiutare il ceto medio e fare ripartire l’Italia.

 

Lo scopo del governo in cui il Pd è impegnato è produrre fatti e ridare fiducia e speranza

 

Una missione affidata ad un governo di coalizione, dove le scelte si devono prendere, difendere e realizzare insieme. Senza fughe in avanti o tentazioni di protagonismo. Questo è il vero e unico scopo del governo in cui il Pd è impegnato: produrre fatti e ridare fiducia, speranza e giustizia agli italiani.

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