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Le tasse scendono, salgono investimenti e occupazione: le riforme producono gli effetti voluti

“Il dato Istat conferma le previsioni della legge di bilancio per il 2016. Cala la pressione fiscale aumentano investimenti e l’occupazione.

 

Il deficit arriva a calare al 2,4%, il livello più basso dal 2007, il livello della crescita del Pil è il linea con le previsioni alllo 0,9% ed il più alto dal 2011. Aumenta anche il saldo primario all’1,5%, cioè la differenza tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi.

 

La ripresa eonomica continua ad essere guidata dalla domanda interna con un forte contributo dei consumi nazionali, in particolare quelli delle famiglie, e soprattutto continua ad accelerare la crescita degli investimenti che consolida il dato del 2015, che ne registrava già la crescita.

 

Calano infine le tasse, con la pressione fiscale che si attesta al 42,9% del Pil. Si tratta del l livello più basso dal 2011. Tutti i dati suggeriscono che la strategia di sostegno alla crescita e di riduzione delle tasse scelta dal governo a guida Renzi continua a produrre effetti. “. Lo dichiara Filippo Taddei, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.

 

“Per far ripartire definitivamente l’Italia, l’elemento indispensabile è l’aumento degli investimenti, oggi ancora sotto i livelli precedenti la crisi. L’Istat oggi ci informa che la pressione fiscale è diminuita e questa è una buona notizia. Meno tasse significa più investimenti. Andiamo avanti su questa strada”. Lo dichiara il senatore Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria a Palazzo Madama .

 

“I dati Istat ci forniscono una fotografia del Paese in ripresa. Il nostro Pil è in netta crescita, la più significativa dal 2010, ed è finalmente risalito al di sopra del livello del 2000. Il deficit tocca il livello più basso dal 2007 e cala la pressione fiscale, che scende ancora rispetto al 2015”. Così Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico, commentando i dati diffusi dall’istituto di statistica – “La crisi non è del tutto superata, ma i dati mostrano che la domanda interna, i consumi e gli investimenti sono stati in grado di trainare il Pil, impartendogli una chiara accelerazione rispetto allo scorso anno. Dati che superano anche le previsioni del governo, a dimostrazione – spiega la deputata Dem – che le riforme fin qui affrontate da Renzi prima e portate avanti ora da Gentiloni hanno rimesso in moto il nostro Paese.

E se è vero che il Pil da solo non porta la felicità, possiamo garantire che il nostro impegno per risollevare l’economia va di pari passo con quello per garantire lavoro, cultura e diritti, perché – conclude Fregolent – solo attivando un circolo virtuoso si potrà uscire definitivamente dalla crisi, senza che nessuno resti indietro”.
“I dati Istat sull’andamento della nostra economia sono positivi e in linea con quanto previsto dal governo. La crescita è ai massimi dal 2010, considerando che partivamo da -1.9%. Altro dato importante è che il rapporto deficit PIL è al 2.4%. In questo quadro abbiamo una ripresa che si avvale della spinta interna dei consumi aiutata dalla scelta degli 80 euro, misura che ha dato ossigeno innanzitutto alle famiglie e di conseguenza alla domanda interna, in un momento difficilissimo sotto il punto di vista internazionale. I dati odierni sono il segno che le riforme del governo stanno producendo i loro effetti a dispetto di chi dopo aver fatto danni ora pretende di dare consigli e di chi non sa neanche da dove cominciare”. Questo il commento di Anna Ascani, parlamentare Pd.
I dati economici diffusi oggi dall’Istat sono stati commentati da alcuni senatori del Pd su twitter. “Scende la #pressionefiscale. In questi anni tanti piccoli accorgimenti per andare in questa direzione. Dopo anni le tasse iniziano a calare”, scrive Magda Zanoni, mentre Mauro Del Barba nota che: “I #datiIstat confermano che deficit e Pil sono in linea con quanto avevamo detto. È un percorso lungo e tortuoso,ma siamo sulla buona strada”. Stefano Collina, infine, così dichiara: “#DatiIstat ci dicono che scende la #pressionefiscale.Effetti riforme si vedono nel medio lungo periodo, questo è un piccolo grande risultato”.

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