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Recovery, Amendola: Un piano per un Paese più moderno, più giusto e più verde

Recovery Fund, Mes, Sure, Quadro finanziario Pluriennale immetteranno nell’economia italiana circa 500 miliardi.

Il ministro per gli Affari Europei, Vincenzo Amendola, in una intervista a Leggo spiega che tra le sei aree di intervento non ce n’è una più importante, “sono tutte interconnesse tra loro. Penso che la digitalizzazione della pubblica amministrazione – che passa attraverso la diffusione capillare del 5G – sia una rivoluzione di portata globale che andrà a toccare ogni aspetto della vita di ciascuno di noi”.

 

Amendola ritiene la possibilità di disperdere le risorse in tanti piccoli progetti, remota: “Le linee guida che abbiamo approvato e quelle che ci invierà a breve la Commissione europea serviranno esattamente a evitare questo. Servono idee di grande respiro per cambiare radicalmente il nostro Paese. Per questo spesso dico che non ci sarà uno “svuota cassetti”, ma idee e progetti per costruire l’Italia del futuro”.

 

Per evitare gli errori commessi dall’Italia nel passato, quando non è stata in grado di spendere bene i fondi, il ministro ricorda che: “Siamo partiti subito. Abbiamo lavorato tutto agosto per iniziare a mettere a punto il Piano. La Commissione europea ha veicolato gli aiuti a criteri precisi e a un cronoprogramma certo. Noi stessi ci siamo dati delle linee guida che vanno in questo senso. Occorre vigilare passo dopo passo, ma serve anche uno scatto morale da parte di tutti perché in gioco è il nostro presente e il futuro”.

 

Si parla da anni di ‘rivoluzione verde’ senza che sia stato fatto molto.

“La transizione ‘green’ e il futuro passano anche attraverso la riconversione energetica e la riqualificazione del patrimonio immobiliare. Ci sono centinaia di edifici dismessi o in stato di degrado che aspettano di essere trasformati per venire riutilizzati e non restare degli scarti monumentali nelle nostre campagne o città. Un impulso immenso per una nuova edilizia, sostenibile, attenta al territorio e alle esigenze dei cittadini”.

 

Secondo l’Istat nel secondo trimestre del 2020 in Italia si sono persi 470mila posti di lavoro. Di questi circa la metà sono giovani under 35. Cosa si potrà fare con le risorse in arrivo dall’Europa per loro?

“Il lavoro è toccato a più livelli dalle direttive lungo le quali si muove il Piano di rilancio, con investimenti in diversi settori che avranno ricadute stabili sull’occupazione. Faccio un esempio. Uno dei principali obiettivi è recuperare il gap del 10% fra Italia e altri Paesi europei per quanto riguarda il tasso di occupazione delle donne. Ci sarà anche un’immissione di persone giovani con le competenze necessarie per trasformare in senso digitale il sistema della Pa”.

 

Alla domanda sul Recovery Fund come ultima occasione per colmare il gap tra Nord e Sud, Amendola risponde che per perseguire questo obiettivo si punterà a “Infrastrutture, digitale e gli sgravi fiscali alle imprese previsti da Transizione X.0, una estensione del piano Industria 4.0. Sono questi i tre canali principali attraverso i quali il Sud avrà la sua grande occasione di riscatto”.

 

Sull’utilizzo del Recovery anche per il rilancio di Roma, il ministro sottolinea che: “Roma ha bisogno di riscoprire il proprio orgoglio per diventare una capitale europea a tutti gli effetti, recuperando i suoi ritardi storici soprattutto sul piano dell’efficienza dei servizi. Le città sono centrali per il rilancio del Paese e i Comuni con l’Anci stanno partecipando passo dopo passo alla stesura del Recovery Plan”, e aggiunge che per Roma “Pensiamo di puntare su trasporti locali di nuova generazione”.

 

Intanto il governo ancora non ha preso una decisione sul MES. Possiamo permetterci di rinunciare a 36 miliardi da investire nella sanità?

“Il dibattito è aperto. La possibilità di accedere a quel fondo c’è. Si faccia un confronto politico franco e si mettano sui piatti della bilancia i costi e i benefici, dopo di che si decida tutti insieme per il bene del Paese».

 

Oggi aprono le scuole poi referendum e regionali. L’esecutivo sarà in grado di uscire indenne da queste prove?

“Non ho timore. Le Regionali più che test nazionali sono l’occasione per selezionare una classe dirigente con una mentalità europea che sappia programmare il futuro delle Regioni, sfruttando le risorse che arrivano dall’Europa. Nessun territorio è un’isola ma tutti sono connessi fra loro, dalle zone confinanti fino a Bruxelles, passando per ciascun paese della nostra penisola”.

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