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Recovery Fund, Misiani: “Leggi speciali per utilizzare i fondi Ue”

Sul Recovery Fund il viceministro dell’Economia Antonio Misiani chiarisce: “E’ ancora oggetto di discussione in Consiglio dei ministri”, in una intervista a La Repubblica.

“Di questo tema stanno discutendo tutti, non solo l’Italia E qui da noi, oltre alla cabina di regia, è indispensabile avere anche un quadro normativo semplificato: parliamo di 209 miliardi da impegnare entro i prossimi tre anni in un Paese che in genere ne impiega 15 di anni per realizzare grandi opere pubbliche”.

 

“lo credo – continua – che sia necessaria una normativa ad hoc per accelerare al massimo la tempistica dei progetti, altrimenti rischiamo di perdere un’occasione unica“.

 

Misiani ricorda che “l’Italia, fra i 28 Paesi Ue, è al quart’ultimo posto per capacità di spesa dei fondi europei previsti fra il 2014 e il 2020. E’ chiaro che c’è un problema. Non possiamo pensare di affrontare il Recovery come un normale ciclo di programmazione. Servono strumenti e procedure straordinarie”.

 

Tempistiche. “Il punto è costruire una struttura che funzioni e faccia marciare i progetti. Non siamo in forte ritardo. No. Stiamo costruendo l’interfaccia italiana della Commissione sul piano Next generation Eu. E nell’ultimo colloquio con Conte la presidente von der Leyen ha detto che l’Italia è in linea coni tempi previsti”.

“Il premier sarà affiancato da Gualtieri e Patuanelli che stanno seguendo il dossier dal principio. Come pure Amendola, che presiede il Ciae e sta selezionando i progetti. Conte, ovviamente, non può fare tutto da solo”, ha concluso Misiani.

 

Patrimoniale. “Non è nel programma né del governo, né del nostro partito. I singoli parlamentari hanno diritto di avanzare proposte, resta però il fatto che non è lo strumento più efficace per combattere le diseguaglianze. Io sono per la progressività del sistema fiscale, che confermeremo con la riforma dell’Irpef nel 2021. La patrimoniale invece è stata adottata da due soli paesi in Europa e ha problemi molto significativi di applicabilità e di efficacia perché si presta a essere largamente elusa”.

 

Mes. «Mi pare già molto positivo che si sia trovata un’intesa sul via libera alla riforma del Meccanismo di stabilità, migliorato grazie anche al lavoro del ministro Gualtieri. L’utilizzo del Mes sanitario è un altro paio di maniche e non possiamo che prendere atto del dissenso del M5S: noi siamo a favore, ma per andare in questa direzione dobbiamo essere tutti d’accordo».

 

L’intervista completa su La Repubblica

 

 

 

 

 

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