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Recovery Fund, Provenzano: L’obiettivo è garantire livelli essenziali di prestazioni su scuola, salute, mobilità

“Il M5s segua di più Conte: siamo il nuovo riformismo”. Lo dice, in un’intervista al Fatto Quotidiano, il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano: “Per Conte, destra e sinistra pari non sono, e io spero che il M5s lo segua”.

E sul referendum: “Il voto non è un referendum sul governo, ma non si può ignorare il carico politico che la destra ha messo sul passaggio elettorale. Se ti apri alle alleanze, poi devi perseguirle con serietà”.

Secondo Provenzano, il Sì al referendum non è “certo per ‘tagliare i politici’, come disse Renzi nel 2016. La riduzione dei parlamentari, peraltro invocata da decenni, è stata una condizione essenziale nell’agosto dello scorso anno, per la prosecuzione della legislatura” mentre “in alcuni compagni e amici che votano No colgo una reazione all’antipolitica e una richiesta di buona politica di cui tener conto”.

Per poi approfondire: “Ma la qualità della rappresentanza non dipende dal numero. Aggiungo che tra i correttivi di cui non si parla c’è la legge sull’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione e quindi sul ruolo dei partiti”.

Come vanno impiegati i fondi del Recovery fund?

“La Commissione accetterà i piani dal prossimo gennaio, dobbiamo impiegare questo tempo per migliorare capacità progettuale e attuazione. L’obiettivo è garantire livelli essenziali di prestazioni, di servizi: scuola, salute, mobilità, connettività. Per quanto riguarda il Sud, uno dei progetti a cui sono più affezionato è quello di San Giovanni a Teduccio: combinare università, grandi imprese e riqualificazione territoriale con il contributo di reti di cittadinanza”.

Chi è il nemico principale del governo?

“Nelle critiche di certi mondi e di certa stampa io non vedo il nemico. Il nemico del governo è la destra nazionalista di Salvini e Meloni, che nel corso di questi anni, schierandosi contro l’Europa, si è schierata contro l’interesse dell’Italia. E che continua ad accarezzare pulsioni particolari che vengono dal profondo del Paese, come dimostrano i fatti di cronaca. Noi, invece, dobbiamo bonificare le paludi del risentimento e della rabbia per impedire che certi mostri della nostra storia possano tornare”.

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