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Ue, Zingaretti: Un piano senza ideologie, ma bisogna fare presto

Il risultato delle negoziazioni, con la previsione non solo di prestiti per gli Stati membri ma anche di un rilevante ammontare di fondi a dono, offre al nostro Paese un’opportunità unica ed irripetibile per ridisegnare dalle fondamenta un «nuovo modello di sviluppo sostenibile per le future generazioni».

Ciò si combina con un contesto in cui la pandemia ha fortemente accelerato trend macroeconomici e sociali in atto ormai da anni, che ci hanno consegnato un nuovo assetto mondiale caratterizzato da nuove ed in parte irreversibili abitudini di vita e di consumo, che devono portare ad un profondo ripensamento dei modelli economici e produttivi.

Quella che ora ci si apre davanti è la grande sfida di cogliere al meglio queste opportunità. Per farlo, occorre mettere al centro di questo nuovo modello di crescita i veri motori dello sviluppo: le persone.

Solo mettendo in condizione giovani e meno giovani di esprimere appieno le proprie reali potenzialità, l’Italia potrà avviare una nuova, auspicata, stagione di crescita del Paese.

Per farlo, occorre investire rapidamente in progetti concreti sui fattori abilitanti per lo sviluppo economico, come le piattaforme digitale, logistica ed energetica; su ambiti decisivi per lo sviluppo umano e l’inclusione sociale, quali formazione, cultura e sanità; e infine su settori chiave del Paese che siano orientati in modo innovativo verso nuovi modelli di consumo «responsabile», nati e accelerati dalla pandemia, in grado di trainare in maniera stabile crescita e occupazione.

É necessario puntare alla creazione in Italia di una piattaforma digitale di ultima generazione, che trasformi il Paese rendendolo più connesso, competitivo e sicuro. Ciò non può che avvenire integrando tutte le tecnologie di ultima generazione (fibra ottica, 5G, data center e cloud), costituendo un volano per nuove forme di lavoro, sanità e formazione, a tutela dei diritti costituzionali nella nuova era digitale. Un Paese più connesso potrà, ad esempio, aprire nuove frontiere di sviluppo per le aree interne, riportandole al centro del mondo produttivo a costi contenuti. Anche la Pubblica amministrazione dovrà intraprendere un percorso di trasformazione digitale, divenendo più semplice, accessibile e trasparente nelle relazioni con il cittadino, a partire dai pagamenti.

In questo modo si va incontro a tante richieste di cittadini, amministratori e imprese: non abbandonare a sé stessi i territori e lottare contro la «cattiva» burocrazia.

É poi necessario lanciare un grande piano di rinnovamento della piattaforma logistica e dei trasporti, che guardi in modo integrato a strade, porti, aeroporti e trasporto ferroviario. L’Italia può e deve essere la porta di accesso all’Europa dal Mediterraneo e dai Paesi in via di sviluppo attraverso una rete portuale e aeroportuale diffusa ed all’avanguardia, con questa deve integrarsi una rete stradale e ferroviaria sicura e moderna, che sfrutti le possibilità offerte dall’innovazione, quali sensoristica e mobilità autonoma, supporti l’intermodalità e colleghi le grandi dorsali del nostro Paese. Chiaramente, ciò dovrà avvenire ponendo al centro il rispetto dell’ambiente, ponendo attenzione alla mobilità sostenibile, a partire da quella elettrica.

Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo si rilancia anche riconquistando una centralità economica e produttiva.

L’Italia deve porsi come modello internazionale di riferimento sui temi della transizione energetica e dell’economia circolare, creando una piattaforma energetica sostenibile, in grado di favorire la trasformazione green e di garantire sviluppo economico.

Occorre, quindi, lanciare un piano energetico incentrato su energie rinnovabili, efficienza energetica — a partire dal patrimonio immobiliare pubblico — ed economia circolare. L’ammodernamento della rete idrica, in particolare al Sud.

Per favorire sviluppo ed inclusione sociale, il Paese ha davanti un’opportunità unica per promuovere un rinnovamento del sistema scolastico e sanitario alla luce delle nuove esigenze rese quanto mai evidenti dall’attuale crisi sanitaria ed economica. Anche in quest’ambito è fondamentale l’adozione di un approccio integrato, che affianchi agli investimenti per l’ammodernamento degli edifici scolastici e sanitari la promozione di modelli di servizio basati su tecnologie innovative (telemedicina, formazione a distanza).

É, infine, necessario promuovere la riconversione della nostra economia verso i settori e le tecnologie più innovative, in cui il nostro Paese può giocare un ruolo da protagonista. Occorre investire in quelle filiere industriali che costituiscono un acceleratore naturale dello sviluppo, favorendo il più possibile la crescita dimensionale delle aziende, in modo da essere pronti per la nuova sfida delle aggregazioni transnazionali a livello europeo che inevitabilmente si aprirà a breve.

Questo è fondamentale per mantenere un adeguato presidio dei settori e dei livelli occupazionali del nostro Paese. E il caso della meccanica, investita dalle nuove tecnologie della robotica, dell’agritech, che può rilanciare la filiera agricola italiana garantendo tracciabilità alimentare ed innovazione dei processi produttivi; dell’economia del mare, in cui il nostro Paese — per storia e posizione geografica — può essere protagonista dell’innovazione tecnologica, sia in campo alimentare che delle materie prime; della farmaceutica, che dovrà far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione ed alle pandemie connesse alla globalizzazione dei flussi di persone e merci; della space economy, in cui l’Italia già vanta eccellenze a livello internazionale.

L’ecosistema italiano del venture capital, costituendo una leva di sviluppo diffuso,può ulteriormente favorire questo processo, creando occupazione e innovazione anche al di fuori dei distretti industriali tradizionali. Le nuove modalità di fruizione di turismo e cultura costituiscono, in questo senso, un ulteriore esempio delle opportunità offerte dalla rivoluzione digitale per le eccellenze del nostro Paese.

Il Next Generation dovrà molto vedere protagoniste le donne, con risorse destinate a politiche per la parità. Serve all’Italia, possiamo finalmente cambiare rotta e utilizzare decine di miliardi di euro investendo sul lavoro delle donne e delle ragazze, sui loro percorsi di studio, sostenendo la partecipazione delle donne nelle lauree in discipline scientifico-tecnologiche (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), con attenzione all’impatto di genere. É necessario fare presto, decidendo rapidamente e superando inutili posizioni ideologiche. Il governo scelga gli strumenti migliori per garantire massima velocità di esecuzione, solo così, con una visione e nuove politiche si crea nuovo «buon lavoro».

Solo se riusciremo a rispondere con velocità e concretezza a queste sfide, potremo dire che Next Generation EU sarà stato non solo un esperimento vincente per l’Europa, ma un piano operativo di rinascimento per l’Italia. Possiamo lasciare ai giovani un’Italia migliore di quella che abbiamo trovato, ecco la vera sfida che abbiamo davanti in questo momento della storia.

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