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Unioni civili, Renzi: “Questa legge va fatta”

“Questa legge ci vuole, la stragrande maggioranza ha capito che la legge va fatta. Io credo che se non troveremo un punto di equilibrio sulle questioni ancora aperte relative alle unioni civili, bisognerà andare a votare in Parlamento a scrutinio libero con voto di coscienza. Totale rispetto per il Parlamento. Deciderà il Parlamento”. Così Matteo Renzi intervistato a Rtl 102.5 ha esordito parlando di Unioni civili.

Sulle manifestazioni previste ha detto: “Dove c’è un popolo c’è sempre da avere un grandissimo rispetto. I ministri sono liberi di andare a tutte le manifestazioni che vogliono, non vedo perchè dovremo essere arrabbiati se uno o più ministri parteciperanno al family day o se altri andranno ad altre manifestazioni”.

Parlando dell’atteggiamento che l’Italia deve assumere in Europa: “No a due pesi e due misure, per anni si è pensato che la politica italiana dovesse andare a Bruxelles e dire sempre di sì, ma non possiamo andare sempre come italiani col cappello in mano. L’Italia si deve far sentire.

Ho chiesto al nuovo ambasciatore italiano a Bruxelles di creare un team molto forte, di farsi sentire. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte, smettiamo di guardare in negativo”.

Renzi conferma che avrà un incontro con Angela Merkel il 29 gennaio, ma smentisce di voler chiedere le dimissioni del capo di gabinetto di Juncker Martin Selmayr: “Non ho mai chiesto una testa in vita mia. Di mestiere non faccio il cacciatore di teste. Tanto più che stiamo parlando di un funzionario dell’Unione europea, non di collaboratori del governo tedesco”.

A proposito di Schengen. “Il principio della libera circolazione europea oggi è messo in discussione. Dobbiamo essere i più forti a richiamare il valore dell’Unione europea. Non si bloccano i terroristi sospendendo Schengen. Alcuni terroristi sono nati nelle nostre città- ricorda Renzi- C’è un misto di paura e mancanza di visione in questa ipotesi. Credo che sia mettere a rischio l’idea stessa di Europa. Spero che non succeda, ma non dipende dal governo italiano. Noi siamo per rafforzare i controlli, ma senza sospendere l’accordo di libera circolazione. Se avverrà, trarremo le nostre conseguenze”.

Il premier ha fatto un appello al Paese: “Per due anni ancora non si vota, mettiamoci a lavorare, tiriamoci su le maniche, diamoci una mano, facciamo di tutto per ripartire, poi alle elezioni ognuno fa quello che gli pare ma prima dei partiti viene l’Italia”.

Sulle banche il premier ha commentato: “La bad bank non è il tema cruciale. In Italia ci sono troppe banche. Forse perché c’era bisogno di sistemare troppe persone. Un anno fa abbiamo fatto un decreto sulle popolari per mandarle in borsa. Questa operazione ha portato a un risiko di aggregazioni e fusioni che farà del bene al sistema. Ci sono banche che hanno crediti in sofferenza. Ma il sistema nel suo complesso è solido. Sulle quattro banche nessun correntista ha perso soldi”.

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