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Bonaccini: «L’Emilia Romagna è da cinque anni la regione che cresce di più per Pil, occupazione ed export pro-capite»

Presidente Bonaccini, il voto in Emilia sta diventando un test politico per il governo. La cosa rischia di complicare la sua corsa?

«Ho passato questi cinque anni ad occuparmi dei problemi dei miei cittadini e a creare opportunità di crescita e lavoro. I nostri avversari chiedono un voto per mandare a casa Conte, perché non hanno nulla da proporre per il futuro di questa regione; noi chiederemo invece un voto per il buongoverno dell’Emilia Romagna. L’Emilia Romagna è una regione molto importante e non può essere strumentalizzata per cose che nulla hanno a che fare col nostro territorio. I miei concittadini si stanno rendendo conto di questo bluff».

Dalla Plastic tax alla tassa sullo zucchero sembra che il governo rosso-giallo abbia fatto di tutto per metterla in difficoltà…

«Dobbiamo ridurre drasticamente il consumo della plastica monouso perché ne va del futuro del nostro ambiente. E contemporaneamente dobbiamo sostenere la riconversione delle imprese che la producono perché ne va di migliaia di posti di lavoro, anche in questa regione. In Emilia Romagna abbiamo condiviso una strategia plastic-free con tutte le associazioni economiche e con le organizzazioni sindacali, ma anche con Legambiente. Sono certo che il governo farà tesoro della nostra esperienza e correggerà il provvedimento».

Oggi Salvini apre la campagna a Bologna. Sa che nella Lega dicono che sarebbe stato lei il suo candidato ideale se non fosse… del Pd? Complimento o polpetta avvelenata?

«Forse lo dicono perché sanno che qui abbiamo governato bene. In tutti i sondaggi anche gli elettori di destra riconoscono che qui si vive meglio e le cose funzionano meglio che altrove, esprimendo peraltro un giudizio positivo sull’operato della Regione. Per questo chiederò un voto per il buongoverno dell’Emilia Romagna anche agli elettori della Lega: il giorno dopo le elezioni Salvini tornerà a Roma e qui, a fare il presidente, resteremo io o la mia sfidante. E lei dell’Emilia Romagna sa ben poco. Non trovo quindi strano che un cittadino possa votare in modo differente per le politiche e per le regionali. E’ successo anche pochi mesi fa proprio qui in Emilia-Romagna: molti elettori che hanno votato Lega alle europee hanno invece votato per i nostri sindaci alle comunali, facendoli vincere in oltre il 70% dei casi».

A proposito di Pd: un traino o una zavorra per la sua ricandidatura?

«Tutte le forze saranno importanti per vincere, a partire dal Pd che è il partito più grande. Stiamo costruendo una coalizione di centrosinistra molto ampia, con il coinvolgimento diretto di tante personalità e forze civiche. Pensi che alcune di queste hanno addirittura battuto il Pd alle amministrative, ma in queste regionali stanno con noi perché ritengono preferibile che ad amministrare l’Emilia Romagna sia io anziché la mia avversaria».

Renzi ha già chiarito che la sosterrà: gli chiederà anche di venire a fare campagna per lei?

«Chiederò a tutti di venire a dare una mano, ma si parlerà di Emilia Romagna, non di altro».

M5S non ha ancora deciso se presentarsi. Lei immagino tifi per il no…

«Li ho invitati apertamente ad un confronto programmatico. Su alcuni temi importanti, da ultimo questo sul plastic free, stiamo registrando convergenze e nel programma che sto costruendo per la prossima legislatura ci sono obiettivi come l’economia circolare e la rigenerazione urbana che stanno a cuore a entrambi. Avrebbero l’occasione storica di portare a casa risultati qualificanti e di vincere per la prima volta in una regione. Se rinunciano a priori al confronto è un elemento di debolezza, su cui li invito a riflettere. Ciò detto, non mi permetto di sindacare su come debbano stare in campo».

Il precedente dell’Umbria, regione storicamente rossa passata a destra la preoccupa?

«Stiamo parlando di cose molto diverse. Quella delle regionali in Umbria è stata l’ultima di una serie di sconfitte in quasi tutte le città, mentre in Emilia Romagna ancora sei mesi fa abbiamo vinto nell’80% dei comuni. In Umbria si è arrivati al voto per la fine traumatica della legislatura, con le dimissioni della presidente a seguito di arresti importanti nell’ambito della sanità, mentre qui presentiamo un consuntivo positivo e io mi candido proprio per questo. Infine, in Umbria la crisi economica ha innescato una dinamica negativa di lungo corso, mentre l’Emilia Romagna è da cinque anni la regione che cresce di più per Pil, occupazione ed export pro-capite. Non mancano nemmeno qui i problemi, intendiamoci, ma non c’è dubbio che siamo usciti dalla crisi prima e meglio della maggior parte delle altre regioni. E questi, si può dire, sono fatti».

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