Andrea Casu, segretario del Pd romano. Come può ripartire il suo partito dopo la grande crisi?
«Tornando a essere ogni giorno a fianco dei romani. Io da quando sono diventato segretario passo gran parte del mio tempo a parlare con le persone che abitano fuori dal Gra: i delusi che hanno dato fiducia a Virginia Raggi e ora hanno capito quanto pesante è stato il tradimento nei loro confronti».
Ma il Pd non ha brillato all’opposizione, in questi due anni.
«Non è facile fare opposizione a una giunta che non fa atti e a una sindaca che non si presenta in Campidoglio. Ma nei momenti clou ci siamo sempre stati: come quando si è portato l’atto per la chiusura della Casa internazionale delle donne, noi eravamo in Aula a protestare e io ho ricevuto anche il divieto di presentarmi in consiglio comunale per tre mesi».
L’inchiesta sul Mondo di mezzo vi ha inflitto un duro colpo?
«Il Pd e i suoi militanti non hanno niente a che vedere né con la parola mafia né con le cose che sono state rappresentate. Io al X Municipio ho chiuso la campagna elettorale, a Ostia, chiedendo alla Raggi di approvare subito il regolamento per l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia».
La Capitale come si può risollevare, secondo lei?
«A Roma ci sono tantissime energie. Ma le istituzioni, invece di coinvolgerle, le respingono».
Andando su fatti concreti?
«La prima cosa da fare è indicare le aree per costruire gli impianti e chiudere il ciclo dei rifiuti: con Virginia Raggi sindaco Roma è diventata una discarica a cielo aperto».
La sindaca dovrebbe dimettersi, in caso di condanna?
«Non lo so e non mi interessa. Noi il 10 novembre saremo in piazza per chiedere le sue dimissioni non per le vicende giudiziarie, ma per il fallimento totale della sua amministrazione e perché ha mancato tutti gli impegni presi con i romani».
Il giorno dopo c’è il referendum sull`Atac. Voi che fate?
«Per la prima volta faremo il referendum tra gli iscritti, con un grande dibattito, per decidere la posizione da tenere nella consultazione cittadina».
