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Ermini: «Ora basta con la politica dei veti. E non strumentalizzino i ragazzi»

«Comprendo le proteste in Puglia per il gasdotto Tap ed è doveroso essere preoccupati per l`ambiente. Bisogna ascoltare, capire e fare tutto il possibile, ma poi non si possono accettare veti e le opere pubbliche strategiche vanno realizzate». Da buon toscano, il deputato David Ermini, renziano della prima ora e membro della segreteria del partito con Renzi segretario, non è uno che la manda a dire.

 

Scusi Ermini, ha visto quello che succede in Puglia: le proteste, lo schieramento della polizia, il blocco dei lavori. Non teme di essere impopolare?
«Non entro nel singolo caso che seguo leggendo i giornali e quindi so che i lavori del gasdotto pugliese possono proseguire dopo un lungo contenzioso nei tribunali che ha confermato la correttezza dell`opera. Mi interessa soprattutto fare un discorso culturale, politico e di principio».

 

E quindi?
«Io dico che noi italiani facciamo parte di una comunità nazionale e l`Italia non è isolata dal mondo. Per scaldarci d`inverno e per dare energia alle nostre imprese dobbiamo comprare gas da molti Paesi perché è assurdo e contrario all`interesse strategico nazionale, cioè di 60 milioni di persone, dipendere solo dalla Russia o dalla Libia o da qualsiasi altro singolo paese. Qui si tratta di capire quali sono le priorità nazionali, ovvero di tutti».

 

Non potrà negare che c`è un problema di dialogo fra il centro e i territori.
«Non lo nego. In tutti i paesi c`è questo problema e si verificano proteste analoghe. Anzi, sottolineo la necessità di ascoltare i territori, di trovare con loro le soluzioni meno invasive, più rispettose dell`ambiente, di pensare a compensazioni lasciando che una parte della ricchezza nazionale si fermi sul territorio coinvolto».

 

Lei non accetta veti, però.
«Non è giusto bloccare l`Italia. Non è giusto imporre veti perché, ad esempio, se questo gasdotto parte dal Caucaso e attraversa parecchi paesi del Sud Europa non si può certo farlo entrare in Italia dal Friuli. Deve per forza di cose passare per la Puglia. Non è questione di essere filo-governativi o meno».

 

Alle proteste pare abbiano partecipato intere classi di studenti, professori compresi. E` giusto secondo lei?
«Non conosco i dettagli specifici. Posso dire che è fondamentale che a scuola si impari il rispetto per l`ambiente che è di tutti, meno giusto è strumentalizzare la singola opera. A chi si batte per il rispetto del territorio bisogna spiegare il problema nel suo complesso e chiedere anche proposte alternative. Perché non è che l`interesse del territorio è in contrasto con quello dell`Italia. I treni ad Alta Velocità, ed è normale che sia così, li prendono tutti, anche coloro che si sono battuti per non realizzare quelle linee».

 

E` un riferimento a Emiliano che come presidente della Puglia si è battuto contro il Tap?
«No. Con il congresso del Pd in corso non ci penso proprio a polemizzare con Emiliano. Faccio un discorso generale».

 

Quanto rancore prova per la mancata approvazione della riforma della Costituzione che limitava i poteri delle Regioni sulle grandi opere?
«Rancore no, rimpianto si. Quel referendum aiutava a sciogliere nodi come quello del Tap perché l`Italia non è un paese federale e le esigenze della comunità nazionale vanno rispettate esattamente come quelle locali. Questo deve essere chiaro: nessun vuole realizzare opere pubbliche a tutti i costi. Le opere vanno fatte con criterio e discusse con le comunità che ne vengono toccate. Quello che trovo inaccettabile è il veto. Ecco: il blocco per il blocco non conviene a nessuno».

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