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Melio: “Mi batterò per i diritti di tutti, come ho sempre fatto”

Simpatico, preparato e combattivo. Iacopo Melio, classe ’92, è il nuovo capolista per il Partito Democratico nel collegio Firenze 1 alle prossime elezioni regionali della Toscana.

Nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella, premiato come eurocittadino dal Parlamento di Bruxelles, è la vera novità della campagna elettorale per le Regionali.

Ma impegnarsi in politica è solo uno dei tanti passi che Iacopo, ormai da anni, ha percorso sulla strada dell’attivismo. Tutto ha preso forma con la pubblicazione di un articolo autoironico: a causa delle numerose barriere sui mezzi di trasporto pubblico che, ogni giorno, ostacolano la libertà dei cittadini con disabilità, Iacopo raccontava come fosse impossibile per lui trovare l’amore. Da lì è nata l’idea di creare una Onlus, Vorrei prendere il treno, che ha l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della disabilità superando le barriere che ostacolano l’accessibilità e l’inclusione sociale. Un vero successo che ha varcato anche i confini nazionali e che lo ha reso una web star.

 

Ora il treno giusto è quello che lo potrebbe portare in Consiglio regionale. Ma per fare cosa?

“La prima cosa che ho precisato quando mi hanno chiesto se volevo candidarmi – ci ha detto Iacopo raggiunto al telefono a casa dove, per precauzione dal Coronavirus, condurrà la sua campagna elettorale – è stata: “Basta che non mi fate parlare di disabilità!”. Ovviamente è una battuta, la disabilità è presente fortemente nel mio programma. Ancora c’è davvero tanto da fare in questo ambito, a partire dal lavoro per le categorie protette, ma non è la sola cosa di cui voglio e posso parlare. Mi batterò per i diritti di tutti, a partire dalle minoranze. Come ho sempre fatto”.

 

La sua campagna elettorale è già partita, che cosa la caratterizzerà?

A causa del virus sono chiuso in casa e non posso avere contatti con le persone, per questo la mia sarà una campagna virtuale. Per alcuni aspetti potrebbe sembrare limitante ma mi permette anche di avere alcune possibilità in più, come entrare veramente nelle case delle persone.

 

Come si fa una campagna elettorale virtuale?

Abbiamo cominciato contattando tantissime onlus di Firenze per capire quali siano i loro problemi ed avere un quadro più completo, così da poter elaborare una proposta efficace sul piano del welfare. Poi passeremo ad incontrare i cittadini (sempre virtualmente) per farli partecipare in maniera attiva perché non voglio fare i soliti comizi, anzi ho voglia davvero di ascoltare. E infine mi collegherò in luoghi con una platea più ampia, come le Feste dell’Unità o i circoli Arci. Abbiamo in mente anche di utilizzare un mezzo per girare la città e creare eventi itineranti e chissà che non lo faremo davvero…
 

Non è la prima volta che le chiedono di candidarsi ma ha sempre rifiutato, che cosa l’ha convinta questa volta?

In passato, per me, non era ancora il tempo per impegnarmi in politica: avevo una laurea da prendere ed ero molto preso dal far crescere e conoscere la mia Onlus. Quest’anno invece si è chiuso un cerchio e la proposta aperta che mi è arrivata dal Pd mi ha fortemente convinto. La richiesta è venuta prima dalla segreteria regionale e poi anche da quella nazionale, per questo è una richiesta che travalica le correnti, di cui non ho davvero interesse. Ho sentito un sincero interesse unanime, per questo ho accettato questo impegno che ho preso come una costruttiva collaborazione al progetto.

 

Lei è molto seguito sui social e la sua attività attraverso la Onlus è sempre stata molto apprezzata, non ha paura che la ‘politica possa sporcare’ la sua immagine?

Devo ammettere che inizialmente avevo paura ma l’entusiasmo che ho sentito intorno a me, sia da parte di elettori del Pd che di gente esterna, mi ha rassicurato. Ho preso questo impegno come una sfida per dimostrare, prima di tutto a me stesso, che si può essere coerente con i miei ideali e sopratutto con chi mi ha seguito in questi anni. La mia scelta, deve essere chiaro, non è per assicurarmi un lavoro stabile ma per proseguire il mio lavoro.

 

E la Onlus senza di lei, che fine farà?

In questo momento mi sono sospeso da Presidente. Se verrò eletto mi dimetterò, altrimenti tornerà tutto come prima. Ma il mio ruolo non è fondamentale per la riuscita del progetto, che ormai vive di vita propria. Certo, sono consapevole del fatto che la mia persona è stata una figura trainante ma ora i tempi sono maturi. Chi mi ha sostenuto negli anni sa che può continuare a credere nella Onlus. Ora non ho più paura di lasciarla andare.

 

Ha detto di non volersi occupare soltanto di disabilità ma di volere prestare attenzione a chi ha più bisogno. In questo periodo storico, così carico di incertezze e paure, è davvero una sfida difficile…

Questo momento così complicato, per me, è solo un incentivo in più a fare bene. La mia esperienza personale, il fatto che certi problemi io li abbia vissuti e li viva su di me, può essere un elemento in più per comprendere e agire. Per questo la mia candidatura non deve essere interpretata come una rottura ma come la costruzione di qualcosa di nuovo. In fondo io ho preso la mia scelta per mettermi a disposizione e praticare l’empatia, che è la cosa più importante per chi vuole fare politica sul serio. Parlando con le persone, in queste settimane, ho sentito esperienze di lockdown terribili, con problematiche davvero al limite, c’è davvero tanto da fare.

 

A proposito di lockdown, il suo come è stato?

Io sono stato fortunato perché ho i genitori piuttosto giovani che hanno sempre lavorato durante il periodo di chiusura. Non ho bisogno di assistenza continua e non ho avuto bisogno di chiedere aiuto ma non per tutti è stato così. E’ chiaro che ancora oggi la mia preoccupazione è tanta: per questo rimango a casa, fino a che la situazione non sia più tranquilla e non arrivi un vaccino.

 

Ma lei è ottimista sul futuro e (anche) sulla sua candidatura?

Io preferisco concentrami sul presente. Adesso, per esempio, sono concentrato sull’ascolto per creare un programma buono, non mi interessa molto altro. Ma di una cosa sono ottimista: se verrò eletto potrò far bene alla comunità.

Fonte: Immagina

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