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Patto di Stabilità, De Vincenti: “daremo più margini agli enti locali”

‘Raccontiamo l’Italia. Società e territorio, le vie dello sviluppo’, ne hanno discusso sul Palco Centrale Italia, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il segretario della Uil Carmelo Barbagallo, moderati dall giornalista Alessandro Barbera.

Immigrazione e l’urgenza di cambiare passo in Europa.
“Le cose stanno cambiando, in Europa l’Italia ha posto con molta forza il problema della gestione dell’immigrazione” ha dichiarato il sottosegretario De Vincenti. Serve una gestione comune nell’affrontare il problema dei flussi migratori. “Si deve superare l’Accordo di Dublino che danneggia unicamente i paesi d’ingresso lasciati a se stessi. È necessario europeizzare il diritto d’asilo e la sua gestione”.

“L’Italia è un Paese impegnato nel salvare le vite umane e non abbandonare nessuno in mare”. Il fenomeno è di lungo periodo sebbene ora sia ancora più urgente perché legato a vicissitudini di guerra attorno al bacino mediterraneo. “Ma è bene ricordare anche quanti sono ora gli immigrati che hanno trovato lavoro e sono riusciti ad integrarsi nel tessuto italiano, arricchendo il nostro Paese: loro devono essere considerati assolutamente una risorsa. Dal primo impatto drammatico per l’immigrato – e difficile per l’Italia – bisogna fare in modo che sia la sua integrazione a significare non solo un aumento di Pil ma soprattutto un aumento delle risorse umane”.

“Sì gli immigrati sono una risorsa quando riescono ad integrarsi – ha risposto Maroni. Ma non sono affatto ottimista sull’atteggiamento dell’Europa nel affrontare il problema. Vedo molte lacrime di coccodrillo e ipocrisia che si traduce in un è un problema vostro. Il regolamento di Dublino attualmente in vigore è stato firmato dal governo Letta e parla di richiedenti asilo e non di clandestini. È la legge italiana che distingue le due categorie di persone. Il governo riconosce tutti come profughi e questo non è vero. Così come l’Europa anche l’Onu dovrebbe intervenire: mandano i caschi blu a mantenere la pace ma nessuno a salvare le vite nel Mediterraneo. Sarebbe l’ora che venissero costruiti campi profughi direttamente nei luoghi di partenza e stabilire direttamente sul posto chi sia autorizzato a partire. Si salverebbero molte più vite umane”.

Immediata la replica di De Vincenti. “È necessario parlare della nostra capacità come Italia e come Europa di costruire dei percorsi di integrazione. Ciò che dice Maroni può essere condivisibile ma non è la stessa cosa sostiene il segretario della Lega Nord – il suo partito. “Sono molto contento che Maroni veda un riferimento nel governo e che è a disposizione: mi sembra il modo giusto per operare su questo tema”.

Sulle riforme messe in campo dal governo Renzi De Vincenti ha dichiarato: “E’ un fatto di grande responsabilità nazionale portare fino in fondo questo percorso di riforme avviato. La maggioranza su questo sarà sicuramente capace di andare fino in fondo. Gli effetti delle riforme si stanno vedendo anche dai dati forniti dalla Cgia di Mestre sull’ aumento degli investimenti delle imprese straniere in Italia”.

“Io parlo qui sul palco proprio perché sono un immigrato e dico che l’immigrazione non è materia da campagna elettorale”. Così il segretario della Uil Barbagallo. “La cooperazione non si fa con i carri armati, la cooperazione va rilanciata e non occorre pensare solo alla gestione del fenomeno migratorio. Il Paese si sta sempre più impoverendo e lo sono a conoscenza anche gli stessi immigrati: l’Italia è la prima destinazione ma è un luogo solo di passaggio. Se riusciamo a distinguere tra un malvivente e un richiedente asilo io la vedo in maniera ottimistica”.

Sulla cooperazione istituzionale tra governo e territorio, De Vincenti ha ribadito come il governo abbia da poco approvato un decreto che rappresenta un ottimo passo in avanti. “Siamo davanti ad una riforma molto importante che porterà la soppressione delle province. “Stiamo andando verso un patto di stabilità intelligente, in cui Regioni e Comuni sono tenuti a rispettare il rigore nella gestione delle risorse pubbliche ma si vedranno ampliati i margini di autonomia nelle scelte che possono fare con le loro risorse”. Tutto ciò significa rispettare le leggi dando però i margini di manovra agli enti locali per consentire di garantire i servizi necessari senza che questi siano ridotti all’osso.

Per Maroni invece “la legge Delrio è un vero pasticcio: sono stati mantenute le competente delle Province ma sono stati tolti i soldi”. Serve un livello intermedio tra i comuni e le regioni. “Io preferisco contribuire a trovare una soluzione e non solo dare colpa al governo”. Sono invece soddisfatto del decreto sugli Enti Locali che ci ha migliorato molto le condizioni di gestione e perché finalmente favorisce le amministrazioni virtuose e non quelle poco operose.

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