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Orfini: Roma ha bisogno di politica vera, non di una candidata con un tutor

“Ricapitoliamo: una società privata (la Casaleggio associati) convoca e orienta una specie di talent per scegliere il candidato sindaco della capitale d’Italia. Si fa un breve video, lo si mette online e il pubblico sceglie. C’è qualche impresentabile, ma non è un problema tanto anche quelli due voti li portano. Votano -ammesso che i numeri siano veri- quattro gatti e si decide che a vincere sia una collaboratrice dei difensori di Previti. Dato che non è un caso, si sceglie per la campa…gna elettorale uno slogan fascisteggiante (roma ai romani). Così da non lasciare dubbi a che tipo di elettorato si vuole arrivare. La candidata è obbligata a firmare un accordo per cui se non seguirà gli ordini del capo dovrà pagare un sacco di soldi. Il capo -giova ricordarlo- è un imprenditore che quindi persegue i suoi interessi privati, non certo quelli collettivi. Alla candidata affibbiano anche un tutor – perché da sola farebbe danni. Solo che il tutor a sua volta è tutorato dal grande capo e non sa che dire se non lo sente. Tipo Ambra con Boncompagni. Solo che Ambra poi si è emancipata ed è diventata una grande artista, mentre qui non si vede alcuna evoluzione.
Insomma, niente di nuovo. Interessi privati e politica di plastica.

 

Noi preferiamo continuare sulla nostra strada: riconoscere i problemi e affrontarli. Stare tra le persone in carne ed ossa, andare dove è più difficile. Cercare soprattutto chi ci critica per ascoltare con umiltà e dare risposte nuove. Perché questa è la politica. E della politica vera e sana oggi Roma ha un gran bisogno”. Cosi Matteo Orfini, commissario del Pd di Roma, su Facebook in merito alle prossime amministrative.

 

 

Per Stefano Esposito, senatore del Pd, a Roma : “il vero candidato è Casaleggio”.

“È bene che si sappia che, a prescindere da chi si vota a Roma o da altre parti, il vero candidato è la Casaleggio associati. Uno vale zero al punto che si fidano così tanto dei loro candidati che gli mettono una penale milionaria se osano disubbidire a Casaleggio. È singolare che una amministrazione che deve gestire la cosa pubblica sottometta gli atti amministrativi e quindi la vita dei romani ad una azienda, ad un privato, che etero dirige da Milano senza il conforto e il controllo del voto. A Roma così come altrove hanno definitivamente varato il modello matrioska, in ogni amministrazione con la sua variante.
Tante “bamaboline” di legno contenute nel “bambolone” Casaleggio. A Roma magari vogliamo capire se abbiamo poi la variante studio Previti”.

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