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Diario di bordo dall’America latina: quarta tappa, Cuba

Cuba non è solo la fine del viaggio, la quarta tappa. È soprattutto l’inizio di una storia nuova, tutta da scrivere.
Ho dialogato a lungo con Raul Castro delle opportunità e delle prospettive che si stanno aprendo in questi mesi così intensi, mesi in cui la storia da quelle parti sta facendo gli straordinari.
C’è molto da fare sul turismo, sulle crociere, sulle infrastrutture, sull’agroalimentare, sull’energia, anche rinnovabile nel prossimo futuro. Come ci siamo detti al Business Forum, l’Italia è in prima linea per farlo, perché può farlo bene.

 

Ma la tappa cubana è stata innanzitutto occasione politica e culturale. Aneddoti sull’amicizia tra i due fratelli Castro e il Che, il racconto della Baia dei Porci e della crisi dei missili visti dalla parte cubana, il rapporto con Batista e il mondo di oggi. La cena con Raul è stata di estremo interesse. E tra un ricordo e l’altro abbiamo attraversato il tema dell’impegno culturale dell’Italia per Cuba e con Cuba. Del resto anche al mattino avevo incontrato i ragazzi dell’ISA, l’istituto superiore di arte, assicurando loro l’impegno dell’Italia per intensificare cooperazione, scambi, borse di studio. Perché qualche volta una buona idea non basta, servono i mezzi. E lo dimostra la storia di un italiano, vissuto per anni a Cuba, Antonio Meucci. L’idea del telefono fu sua, nata al teatro della Pergola di Firenze e presentata al Gran teatro dell’Avana. Ma privato delle possibilità di concretizzarla, fu l’americano Bell a strappargli la paternità della geniale idea. Non basta avere buone intuizioni, bisogna poterle realizzare: questo il triste epilogo della vicenda Meucci.

 

Al mattino presto mi sono preso un’ora per correre sul lungomare, il Malecon. Un’occasione per buttare giù la pancia (o almeno per provarci), per tenermi in forma. Ma anche per respirare l’Havana, perché correre per strade e vicoli ti fa entrare nell’anima di una città, altro che auto blindate.
Ho pensato ai tanti miei amici che in questi anni mi avevano invitato a visitare Cuba e l’America Latina. Molti di loro hanno accompagnato con mail e sms, dandomi consigli, condividendo impressioni.
Mentre correvo sul Malecon ho pensato a chi più di ogni altro avrebbe apprezzato questo viaggio. E che è stata con me anche se adesso non c’è più. Lei è Alessia Ballini e ancora ho in mente il suo sorriso quando – ormai sette anni fa – mi obbligò a partecipare a un convegno in Palazzo Medici sul tema dei diritti civili con Mariela Castro, che ho incontrato in un incontro con la comunità italiana a Cuba.
Alessia che è stata con me in giunta in Provincia e poi consigliere regionale ha perso la sua battaglia contro il tumore qualche anno fa. Ma noi, suoi amici, la portiamo con noi. Portandola con me a Cuba – dove per anni ha provato a convincermi ad andare – è come se fosse tornata a casa.

Grazie per aver seguito questo diario. Politico, ma anche personale. Hasta luego, amici.

Così Matteo Renzi sul suo profilo Facebook

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