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Gentiloni: nessuno scambio fra Ucraina e SiriaPutin non usi la forza

“Per la Siria non basta qualche strike aereo, serve una transizione politica che porti all’uscita di Assad, ma senza lasciare vuoti di potere che oggi sarebbero riempiti dal terrorismo”. A ragionare così sulla possibile uscita di scena del presidente siriano Bashar Assad è il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato oggi da la Stampa. Il capo della diplomazia italiana ha sottolineato come negli ultimi cinque anni si sia visto in Medio Oriente “che l’uso della forza non è risolutivo se manca un progetto per il dopo”. Adesso per la Siria, ha proseguito, “sono in molti a parlare di transizione e intanto bene sarebbe concentrarsi su obiettivi limitati , corridoi umanitari, il no alle bombe a grappolo, insomma le richieste dell’inviato speciale Onu Staffan De Mistura”. Quanto alla possibilità di una sorta di scambio, con il presidente russo Vladimir Putin che potrebbe abbandonare Assad in cambio di un allentamento delle sanzioni per la crisi ucraina, Gentiloni ha riposto che “della cosa si è parlato a livello di ministri degli esteri”. E che “da parte americana è chiarissimo che non c’è nessuna possibilità di uno scambio di questo genere”.
“Il coinvolgimento della Russia può essere molto utile per la transizione politica” in Siria – ha detto ancora Gentiloni – “ma non certo con i bombardamenti su bersagli controversi”.

 

“L’Italia – ha detto Gentiloni al giornale torinese – svolge un ruolo centrale: del resto, ci troviamo nel Mediterraneo, all’incrocio delle maggiori crisi, e abbiamo un ruolo fondamentale anche in altri contesti, come l’Afghanistan, grazie alla qualità delle nostre forze armate. La lotta al terrorismo, la Siria, l’Iraq, la Libia, l’immigrazione sono i fronti di questa condizione in cui l’ordine mondiale si costruisce faticosamente, scenario per scenario. Su molti dossier abbiamo un ruolo cruciale e anche leadership, come sul tema dell’immigrazione. L’Italia in questo è considerata un paese che ha indicato la linea, come ripete spesso Ban Ki-moon”. Ealla domanda se non si senta escluso, quando l’Europa si riunisce in “formato Normandia” risponde: “Quanto al formato Normandia tra Francia e Germania affonda le sue radici nella storia…”.

 

Il bombardamento dell’ospedale di Medecins sans Frontieres a Kunduz “è un errore tragico e non giustificabile”. La condanna del ministro degli Esteri è netta. Quanto sta accadendo a Kunduz, dove i taleban hanno preso il controllo, “ci dice quanto delicata sia e sarà ancora la transizione in Afghanistan”, nota il ministro, secondo il quale “il cuore della transizione è la capacità delle forze afghane di resistere ai taleban al di là del ripiegamento Nato”. Gentiloni ha voluto comunque sottolineare che “tutto il lavoro fatto in questi anni, e il sacrificio di tanti militari, consegnano al governo afghano un paese ricostruito”, un paese dove 13 anni fa le bambine non potevano andare a scuola mentre ora “sono centinaia di migliaia ” a farlo.

 

 

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