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Gualtieri: “L’accelerazione sulle nuove regole sui Npl è tutta da rivedere”

«La mia valutazione sulla misura dell’Ssm? Mi sembra che l’accelerazione sugli Npl debba essere discussa sotto diversi punti di vista. Per questo mi aspetto che dalla consultazione emergano rilievi che io per primo farò, e auspico che le indicazioni finali siano più equilibrate».
Roberto Gualtieri, deputato socialista italiano e presidente della commissione Affari economici all’Europarlamento, non nasconde il suo disappunto di fronte all’addendum pubblicato ieri dalla Vigilanza europea. E promette battaglia. La misura come anticipato dal Sole 240re martedì scorso prevede la svalutazione al 100% dopo 2 anni dei futuri flussi di deteriorati unsecured e dopo 7 anni per quelli garantiti da collaterali. Il rischio, dice Gualtieri, è che misure non attentamente calibrate possono avere effetti controproducenti.

Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «molto forte». Sembra tale.

«Il problema degli Npl esiste ed è bene stimolare le banche ad agire con la massima determinazione possibile. Tuttavia le misure proposte mi sembra possano avere effetti prociclici».

In che senso?

«Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «L’applicazione ai nuovi Npl e non solo ai nuovi prestiti, come aveva indicato l’Ecofin, e l’inclusione anche di prestiti con collaterale di verificata qualità potrebbe avere un impatto negativo sia in termini di maggiori costi sui prestiti a famiglie e imprese, e quindi di minori finanziamenti all’economia; sia da punto di vista della creazione di un mercato secondario efficiente di Npl».

Fare accantonamentiprograrnmati dei crediti può distorcere l’equilibrio tra la domanda dei fondi e l’offerta delle banche?

«Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «Di sicuro non si crea un mercato secondario efficiente se si costruisce un imbuto che costringe in modo indiscriminato i venditori a smaltire in fretta e favorisce i compratori. Io dico: è giusto proseguire sulla rotta intrapresa, individuando misure efficaci per smaltire lo stock pregresso come sta accadendo, ma le misure dalle Bce rischiano di essere pro cicliche».

Oltre ai flussi futuri, su cui si concentra oggi il documento Ssm, resta il tema degli Npl pregressi. L’Italia su questo fronte sta lavorando, tanto da aver ridotto Io stock di sofferenze nette a 65,8 miliardi rispetto al picco di 89 miliardi de12015. La sensazione tuttavia è che alla Bce tutto questo non basti. È così?

«Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «Sarebbe inaccettabile l’introduzione di misure ulteriori e di tipo retroattivo sullo stock pregresso di Npl. Peraltro dal punto di vista del legislatore europeo mi domando se l’introduzione nella consultazione dei livelli minimi di accantonamento prudenziale sia robusta sotto il profilo giuridico».

Ovvero?

«Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «La Bce ha la facoltà di introdurre misure prudenziali nelle richieste alle banche (nel 2 Pilastro nell’ambito dello Srep, ndr), ma non può chiedere alle banche, come di fatto fa, di rettificare il capitale primario di classe i sulla base di un articolo che parla di misure volontarie da parte degli intermediari. Questo non rientra nei poteri conferiti dalla legislazione, ovvero la Crr. Senza contare che peri prestiti collateralizzati appare discutibile negare l’esistenza stessa di un valore che è quello della garanzia. Storicamente, i prezzi dei prestiti garantiti non arrivano quasi mai allo zero assoluto».

Va detto che sul tema degli Npl e dello smaltimento aveva lavorato anche l’Ecofin.

«Il documento dell’Ssm, come anticipato dal numero uno dell’Ssm Danièle Nouy, puntava ad essere un’indicazione «Non posso che notare che l’Ssm, che ha un ruolo di vigilanza, abbia voluto bruciare i tempi rispetto a quelli indicati dall’Ecofin. Ribadisco: che ci sia l’esigenza di un allineamento delle prassi europee è giusto, ma ciò dovrebbe avvenire in modo più equilibrato nella forma e nel contenuto. Auspico che il risultato della consultazione consenta di andare in questa direzione».

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