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Orfini: “Senza garanzie sui diritti umani il Pd dica no alle motovedette ai libici”

Matteo Orfini, la prossima settimana la Camera voterà il decreto per la cessione di 12 motovedette alla Libia. Al Senato il Pd ha votato sì. Lei ora chiede un ripensamento. Perché?

 
«Perché quello che sta emergendo sulle condizioni dei campi libici obbliga ad alzare l’attenzione sulla garanzia dei diritti umani. Soprattutto quando al governo c’è chi sembra non ritenere questo un problema di competenza del nostro paese. Ma c’è dell’altro».
 

Cosa?

 
«In questi mesi sono emerse diverse verità sul comportamento della Guardia costiera libica, sulle modalità dei ‘salvataggi’, su alcune sovrapposizioni con i trafficanti di uomini. A fronte di tutto questo, prima di cedere altre motovedette alla Libia credo sia dirimente mettere dei paletti: la garanzia della cogestione dei campi da parte organizzazioni internazionali, e comunque un concreto salto di qualità nella garanzia dei diritti umani».
 

Smentireste il voto al Senato?

 
«Al Senato il Pd ha presentato emendamenti che però sono stati bocciati».
 

Chiede di riproporli?

 
«Sì, rafforzandoli. Dobbiamo chiedere a Lega e M5S, e soprattutto a chi come il ministro della Difesa si è detta molto preoccupata dai diritti umani, di accettare quegli emendamenti. Se non dovesse avvenire mi sembra complicato il voto a favore del Pd».
 

La pensano così anche i suoi colleghi deputati?

 
«Su questa posizione c’è una discreta sensibilità nel Pd. D’altra parte sto dicendo cose in piena continuità con la storia del centrosinistra. Nel nome dei diritti umani abbiamo orgogliosamente svolto missioni militari dal Kosovo all’Afganistan alla Somalia. Spinti dall’idea che dove i diritti umani sono a rischio, la sinistra ha l’obbligo di intervenire».
 

Per questa idea in tutte quelle guerre avete rotto con la sinistra pacifista.

 
«Ci sono state anche rotture, certo. Ma oggi noi non possiamo passare da quelli che intervenivano anche militarmente per il rispetto dei diritti umani a quelli che armano chi viola sistematicamente i diritti umani».
 

La cessione di motovedette però nasce da un piano, quello di Minniti, il vostro ministro. Non c’è il rischio che il Pd sia obbligato a votare sì per questo?

 
«Su quel piano a suo tempo ho espresso le mie perplessità. Ma non è questo il punto oggi: quel piano prevedeva elementi da rivendicare, fra l’altro la verifica del rispetto dei diritti umani in Libia. Oggi la verifica c’è stata. Ed ha dato esito negativo, purtroppo».
 

Convocherete una riunione dei deputati dem?

 
«Ne stiamo già discutendo nel gruppo e spero che troveremo un punto di sintesi. Questa vicenda ci deve far riflettere: siamo di fronte a una strage di massa in Africa, quelli che muoiono nel Mediterraneo sono solo una parte. Questo dramma per la sinistra non può essere ridotto a quanti ne sbarcano in Italia. La sinistra europea deve riscoprire il coraggio di una grande battaglia politica e culturale. Che in questi anni non c’è stata».
 

Anzi, voi avete fatto l’opposto: è il ministro Minniti ad aver inaugurato il confronto muscolare con le Ong. Poi sono arrivate le denunce della procura di Catania, e le inchieste. E poi Salvini.

 
«E poi Di Maio e Salvini. Ma non si possono mettere sullo stesso piano le preoccupazioni espresse da Minniti con le accuse e poi le azioni di Salvini e Di Maio. Le inchieste sono finite in archiviazioni. Ma la propaganda che M5S e Lega hanno fatto contro le Ong ha prodotto il fatto che oggi nel Mediterraneo non solo non ci sono organizzazioni che salvano vite umane, ma neanche occhi che controllano quello che fa, ad esempio, la Guardia costiera libica».
 

Oggi l’Italia affida alla Libia il ‘salvataggio’ delle persone che scappano dalla stessa Libia.

 
«È indispensabile coinvolgere i paesi africani nella gestione dei flussi. Ma nel frattempo la soluzione non sono i respingimenti forzati che riportano le persone nel posto da dove scappano».
 

Cosa farà se il Pd non sarà d’accordo con lei?

 
«Il tema non è convincere il Pd ma la maggioranza. I ministri Trenta, Di Maio, Salvini possono dire che il rispetto dei diritti umani è irrilevante? Il Pd comunque non può».
 

Ma se questi emendamenti fossero respinti, lei come voterà?

 
«Sono il presidente del Pd, voterò la stessa cosa del Pd, che senza quegli emendamenti di certo non potrà votare a favore».

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