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L’Assemblea nazionale PD approva all’unanimità l’odg sulla Libia

Una battaglia di civiltà e umanità che diventa linea politica di tutto il PD: l’Assemblea del Partito democratico ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che prevede una revisione radicale e complessiva del Memorandum Italia-Libia.

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Premesso che:

 

Il 2 febbraio 2017 è stato firmato il cosiddetto “Memorandum Italia-Libia” dall’allora Primo Ministro italiano Paolo Gentiloni e dal Primo Ministro del Governo di Riconciliazione Libico Fayez Al Serraj.

 

Tale accordo prevede tra le altre cose il finanziamento da parte dell’Unione Europea e l’aiuto economico e logistico da parte dell’Italia nella gestione di centri di accoglienza per i migranti presenti in Libia e per la cosiddetta “Guardi Costiera” libica.

 

L’accordo si è rinnovato automaticamente per altri 3 anni il 2 febbraio 2020, con un testo identico nonostante le numerose rassicurazioni sul fatto che sarebbe stato modificato.

 

Da fonti giornalistiche abbiamo appreso che il Governo avrebbe inviato una proposta di modifiche ai libici.

 

Tali modifiche appaiono del tutto insufficienti.

 

Considerato che:

Il 13 febbraio 2020 il Consiglio d’Europa ha inviato una lettera al Ministro degli Esteri Luigi di Maio in cui si sollecita l’Italia a sospendere le attività di cooperazione con la Guardia costiera libica e ad introdurre garanzie sui diritti umani nella futura cooperazione in materia di migrazione.

 

Lo scorso gennaio l’Onu ha presentato un rapporto firmato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in cui si legge che i centri di accoglienza sono in realtà veri e propri lagerin cui “migranti e rifugiati hanno continuato a essere sistematicamente sottoposti a detenzione arbitraria e tortura, in luoghi di detenzione ufficiali e non ufficiali: violenza sessuale, rapimento per riscatto, estorsione, lavoro forzato”.

 

Tali accuse sono state confermate da numerosi report di: Oim, Amnesty International, Save the Children, Onu, Unhcr, Croce Rosse Internazionale e Unione Europea nel corso degli ultimi 3 anni.

 

Le foto delle torture a cui sono sottoposti i migranti sono state pubblicate su varie testate nazionali, come Avvenire, e internazionali, come il New York Times e CNN, senza che tali immagini e accuse siano mai state smentite da parte del Governo Libico.

 

La Guardia Costiera Libica non esiste, come dimostrato da numerose inchieste giornalistiche e dagli stessi report delle nazioni unite.

 

È stato dimostrato come in realtà si tratti di milizie armate, spesso in lotta tra loro e molto spesso coinvolte in prima persona nel traffico di migranti e nella gestione dei suddetti Lager.

 

A capo della c.d. Guardia Costiera vi è Abdou Rahman, detto Bija , sottoposto a sanzione da parte della nazioni unite per i crimini contro i migranti operati da lui stesso e dalla sua organizzazione.

 

Dall’inizio del 2017 alcune inchieste giornalistiche descrivono Bija come il perno dei traffici di Zawhia e un video pubblicato dal quotidiano inglese The Times riprende i suoi uomini picchiare migranti con una frusta dopo averli recuperati in mare, nel video i migranti sono terrorizzati, vorrebbero buttarsi in mare e si attaccano spaventati al bordo della nave.

 

La corte internazionale de L’Aja ha acquisito i numerosi report sopra citati riguardanti la c.d. Guardia Costiera e i Lager libici ed ha avviato un’indagine per crimini contro l’Umanità nei confronti delle autorità libiche rispetto al trattamento dei migranti.

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Per tutti i motivi sopra elencati l’Onu ha più volte dichiarato la Libia come porto non sicuro.

 

Impegna il Partito Democratico:

 

Ad approvare prima della pausa estiva la proposta di Legge a prima firma Delrio ed altri: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui naufragi e sulle perdite di vite umane di migranti nel Mar Mediterraneo” A.C. 1546.

 

Ad impegnarsi per una revisione radicale e complessiva del Memorandum Italia-Libia.

 

A prevedere il superamento del ruolo della guardia costiera libica secondo le indicazioni delle Nazioni Unite e del consiglio d’Europa.

 

Ad impegnarsi in tutte le sedi istituzionali e politiche per attuare nel più breve tempo possibile, insieme ad Unione Europea e Nazioni Unite, un’evacuazione urgente e completa dei campi.

 

Firmatari

 

Giuditta Pini

Matteo Orfini

Francesco Verducci

Rubino

Fabio Teresi

Barbara Pollastrini

Sara Russo Dell’Aglio

Marianna Campanardi

Laura Boldrini

Paolo Beni

Monica Cirinnà

Gianni Cuperlo

Paola Bocci

Sergio Lo Giudice

Maria Carla Rocca

Vincenzo D’arienzo

Tommaso Nannicini

Bibbiana Chierca

Chiara Scuvera

Francesca Rampinelli

Carla Mantelli Mattia Franceschelli

Lorenzo Massarenti

Irene Pieroni

Jacopo Bencini

Mirko Dormentoni

Mirella a Pagliardini

Gabriele Romei

Federica Franceschini

Massimo Iovine

Paolo Zinna

Stefano Ceccarelli

Marco Saccardi

Stefano Dall’Aglio

Massimo Nicola Marchese

Enrico Monti

Valentina Loparco

Laura Froner

Roberto Pinter

Biagio Fresi

Debora Serracchiani

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