l direttore dell’Unità ha proposto di dedicare un minuto di silenzio in tutte le feste dell’Unità a Khaled al Asaad, barbaramente ucciso dall’Isis perché difendeva la bellezza di Palmira.

È una notizia passata nel silenzio o quasi, ed anche per questo è giusto accogliere l’idea dell’Unità. Ricordando Khaled”. Lo scrive Matteo Renzi sul suo profilo Facebook, rilanciando l’appello di Erasmo D’Angelis, di lasciare “le nostre feste per un minuto al buio”.

 

“A volte facciamo finta di essere forti per non darla vinta a chi sparge orrore. Oggi bisogna essere forti sul serio per reagire all’orrore e all’assuefazione all’orrore. Oggi siamo tutti Khaled al Asaad. Era uno dei padri della moderna archeologia e tra i massimi esperti siriani di antichità. Aveva 82 anni, e per oltre 50 anni è stato il tutore dei tesori di Palmira, il sito archeologico conquistato dall’Is il 21 maggio scorso”, scrive D’Angelis.

 

“Lo hanno preso, gettato in cella e poi, come hanno fatto con tanti inermi, è stato dato in pasto alla furia animalesca dell’Is. Lo hanno decapitato nella pubblica piazza, il suo corpo sfregiato e poi appeso ad una colonna romana. Violenza pura, barbarica. La negazione della civiltà”. Un “orrore” che “non può e non deve rimanere senza una risposta”.

 

Una “pausa di silenzio – scrive il direttore de l’Unità – per illuminare e per ricordare a noi stessi le tante ragioni della nostra indignazione. Apriamo tutti i nostri dibattiti ricordando Khaled al Asaad, colui che custodiva e difendeva l’Antico della sua terra, custodendo e difendendo quindi anche il suo Presente, e la sua possibilità di riscatto. E non solo della sua terra, ma dell’intera umanità, giacché il patrimonio storico e artistico, i manufatti delle culture passate e i suoi monumenti, sono giacimento, patrimonio e identità di noi tutti”.