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Non c’è sicurezza senza diplomazia

“Propongo al Parlamento un approccio italiano che non è solo una reazione ma anche una visione per i prossimi mesi e anni”. Così Matteo Renzi, parlando alla Camera in vista del vertice Ue, ha spiegato quale sarà la linea dell’Italia al vertice di Bruxelles dopo gli attentati di Parigi, chiedendo al Parlamento di rendere “omaggio” a Valeria Solesin, la ragazza italiana uccisa negli attentati. Parlando alla Camera, il premier ha detto: “Gli attentati 13 novembre pongono una sfida al cuore dell’Europa. Sono innanzitutto un atto che ha suscitato e seminato morte e vorrei che tributassimo un affettuoso omaggio a Valeria Solesin e alla sua famiglia, che ci ha dato una straordinaria lezione”. Invito raccolto dai deputati, che hanno applaudito a lungo.

 

“L’Italia ha proposto una strategia che credo debba essere seriamente presa in considerazione dall’Europa perchè, prosegue “occorre costruire una strategia europea”.

“La politica estera e quella militare si fa con il respiro del lungo periodo, non con l’atteggiamento di chi pensa ‘se no domani i giornali cosa scrivono’. L’Italia è l’Italia. Non è il paese dei balocchi, come qualcuno vuol far passare per obiettivi di strumentalizzazione interna”, ha aggiunto parlando dei rischi connessi al terrorismo.

 

“Abbiamo individuato una serie di proposte nella legge di Stabilità sulla sicurezza che spero possano incrociare un consenso più ampio rispetto a quello della maggioranza”. Renzi ha ricordato i capisaldi di questo intervento: cybersecurity, mezzi, un incremento delle disponibilità della difesa nelle possibilità di intervento all’estero, investimento come gli 80 euro per le forze dell’ordine.

 

“Io vorrei che il parlamento autorizzasse il governo ad andare al consiglio Ue con la richiesta di un pacchetto comprensivo e globale, un approccio unitario, non con una reazione emotiva di fronte a fenomeni che dureranno anni”, dice Renzi che sottolinea come azione militare, di sicurezza interna e diplomatica debbano viaggiare insieme. “Tenere insieme sicurezza e cultura – aggiunge- non è un’arma di distrazione di massa”.

 

Il premier ha poi affrontato la questione legata ai migranti: “Trovo strabiliante che in Europa qualcuno abbia pensato di aprire una procedura di infrazione perchè non tutte le persone che abbiamo salvato in mare sono state identificate con le impronte digitali”.

 

“Vogliamo arrivare al riconoscimento facciale, è un fatto di serietà. Noi non siamo titubanti su questo tema, quello che vogliamo dire è che l’Europa non può avere il solito approccio sulle questioni dell’immigrazione. Si è fatto un passo avanti con il vertice di Malta e l’incontro con la Turchia, dove l’Italia non aveva da farsi perdonare un cambio di linea politica. Io difendo una continuità istituzionale sulla politica estera della quale non mi vergogno”.

 

 

Renzi ha spiegato la proposta di affiancare un intervento di messa in sicurezza dell’area intorno alla diga di Mosul alla opera di restauro della diga da parte di un’azienda italiana. “Nelle prossime settimane il ministro della Difesa, d’intesa con il ministro degli Esteri, presenterà, presso le commissioni competenti di Camera e Senato una ipotesi molto avanzata di ulteriore impegno da parte dell’Italia, che è un impegno serio e non estemporaneo in Iraq”.

 

“Non c’è una nessuna garanzia di sicurezza senza un grande investimento diplomatico” ha concluso, “siamo tornati nei tavoli che contano. Dall’altro abbiamo scelto di ospitare a Roma un appuntamento rilevante per il futuro della Libia e continuiamo a svolgere una incessante azione diplomatica perché tutte le parti dialoghino”.

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