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Ridiscutere Schengen è uccidere l’EuropaL’enews di Matteo Renzi

Dieci punti per E-News di questa settimana

1. Mettere in discussione l’idea di Schengen significa uccidere l’idea di Europa. Abbiamo lottato per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi. Vorrei essere chiaro: il bisogno di sicurezza è un valore primario, irrinunciabile. Ma garantirlo con la chiusura non funziona. Se vogliamo più sicurezza, lavoriamo a livello militare, diplomatico, politico. Se vogliamo più sicurezza rianimiamo le nostre periferie con lo sport e con lescuole. Se vogliamo più sicurezza riaffermiamo la nostra identità nei musei e nei teatri, investendo in cultura una cifra corrispondente a ciò che spendiamo per la sicurezza, seguendo la proposta italiana che – ne sono certo – diventerà presto bandiera comune in Europa. Non accettiamo mai la demagogia di chi vorrebbe rinchiuderci nello sgabuzzino delle nostre paure.

2. Per questo motivo l’Italia chiede più Europa. Ma chiede un’Europa diversa. Un’Europa che non perda tempo dietro alle polemiche inutili e si concentri sulle questioni vere. Per dare un segnale in questa direzione abbiamo deciso di organizzare per sabato prossimo – il giorno dopo l’incontro di Berlino con Angela Merkel – una tappa a Ventotene, simbolica capitale dell’ideale europeo. Durante la prigionia fascista Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e i loro compagni ebbero la lucidità e la visione di costruire il domani. Erano in carcere, fuori c’era la seconda guerra mondiale, eppure loro pensavano agli Stati Uniti d’Europa. L’Italia chiede più Europa. Più Europa sociale, più crescita, più diritti. Un’Europa capace di osare di più e di funzionare meglio di oggi.

3. Abbiamo affrontato questo tema a Mantova, sabato. Mantova è la capitale italiana della cultura per il 2016. E la bellezza di Mantova (qui il video di Mantova2016) è ulteriormente impreziosita dall’ottimo lavoro del sindaco Palazzi e del suo staff. Spero che tanti italiani visitino quest’anno la città dei Gonzaga. Ma spero soprattutto che tutti gli italiani abbiano chiaro nel cuore il messaggio che stiamo dando con questo tour nei teatri: l’Italia è una superpotenza culturale. E il mondo ha bisogno dell’energia e dei valori degli italiani. L’Italia è forte e non ha paura del proprio futuro

4. In questa settimana abbiamo approvato il decreto sulle classi di concorso per la scuola. Fuori dai tecnicismi: dopo che con la Legge 107 del 2015, chiamata Buona Scuola, abbiamo dato un colpo durissimo al precariato come condizione esistenziale per gli insegnanti, adesso abbiamo dato il via libera a un concorso serio, rigoroso e duro. Questa scelta porterà in cattedra 63.217 professori. Vogliamo che sia una sfida seria, impegnativa, finalizzata a mettere in cattedra i più bravi, i più appassionati, i più tenaci. Per i nostri figli, per i nostri ragazzi, vogliamo semplicemente il meglio. Non possiamo accontentarci di meno.

5. Settimana importante anche per la pubblica amministrazione. Abbiamo approvato i primi undici decreti legislativi della Legge 124 del 2015, la riforma della PA. Qui trovate alcune slide esplicative. Via il furbetto che timbra il cartellino e non lavora, ma via anche il dirigente che non provvede in tal senso. Riduzione di poltrone per le aziende partecipate e grande spinta al processo di aggregazione/trasformazione/fusione (ricordate? Da ottomila a mille). Riduzione dei tempi tecnici quando si presenta una pratica: cambiando la normativa sulla conferenza dei servizi e sulla Scia si riducono i tempi e se proprio va tutto male, ma male male male, i tempi al massimo saranno 150 giorni. Cinque mesi, non più i sette otto anni di attesa che conosciamo oggi. Passiamo da cinque a quattro corpi di polizia, con la Forestale che entra nei Carabinieri. Mai più giochetti dei partiti sulle nomine nelle aziende sanitarie: adesso deve prevalere il merito e soprattutto chi sbaglia va a casa senza troppi complimenti. Meno autorità portuali (da 24 a 15), meno intoppi burocratici con la semplificazione, meno poltrone in questo settore che è potenzialmente enorme per l’Italia ma che ancora oggi vede le navi che passano dal canale di Suez fare tre giorni di navigazione in più per andare a Rotterdam anziché sbarcare in Italia: dovremo pur cambiare rotta, noi.

6. Per chi ha seguito le montagne russe dei mercati finanziari internazionali, qui c’è la mia posizione spiegata nel dettaglio in una intervista al Direttore del Sole 24 Ore giovedì scorso. Per comodità la alleghiamo in fondo alla enews. Per chi non ha tempo/voglia: l’Italia è un Paese solido, il sistema bancario anche. Bisogna tuttavia accelerare sulle misure che sono rinviate da troppo tempo, a cominciare dalle fusioni aggregazioni di banche, a cominciare dalle Popolari per le quali la riforma del nostro governo 2015 – a lungo contestata – è invece decisiva e strategica. Nel frattempo i dati di oggi confermano che la ripresa italiana si deve innanzitutto alla ripartenza del mercato interno. Tanto per offrire un dato Istat di oggi: gli ordini industriali tra novembre 2015 e novembre 2014 sono cresciuti del +12,1%, di cui ben +18,7 gli ordini interni.

7. Ma questa settimana è stata davvero decisiva anche per la riforma costituzionale. Per la prima volta sono intervenuto sul tema in sede parlamentare, prendendo la parola al Senato (https://www.youtube.com/watch?v=zZQ9kvqHV_8). Ho reso omaggio ai senatori: l’Italia è il primo paese occidentale in cui un’assemblea parlamentare vota per tre volte il proprio superamento e la maggioranza assoluta dei senatori vota per la cancellazione del proprio ruolo. Una cosa enorme, un gesto di coraggio e dignità della politica che viene troppo spesso svilito da singole polemiche contingenti e pretestuose. La fine del bicameralismo paritario è un risultato storico. Adesso toccherà ai cittadini accettare questa novità che rende più semplice e efficiente la politica o chiedere che tutto resti come adesso. Ho fiducia nell’Italia che dice sì.

8. Sull’omicidio stradale il Governo è andato sotto alla Camera, purtroppo. Su un singolo voto, su un singolo emendamento. La legge sull’omicidio stradale, che noi vogliamo e per la quale ci stiamo battendo con grande energia, ci sarà, sia chiaro. Possono rinviare l’approvazione, ma la legge si farà. Adesso torneremo ancora al Senato, per la quarta navetta. Sul contenuto del singolo emendamento, ovviamente, si può discutere. Ma quello che mi ha fatto male è che molti deputati dell’opposizione – contenti per il voto contro il Governo – hanno iniziato a urlare e applaudire in aula, esprimendo la loro sfrenata gioia. Incuranti del fatto che in tribuna, e a casa, molte famiglie che hanno perso un figlio, un genitore, un parente per un incidente stradale hanno vissuto quegli applausi come uno schiaffo. Si può strumentalizzare ogni battaglia politica. Si può legittimamente andare contro il Governo su tutto. Ma credo sia giusto avere più rispetto per le vittime degli incidenti, che hanno patito quegli applausi come una clamorosa offesa a loro e al loro dolore. Aggiungo: ieri un cittadino di 59 anni, in Liguria, è stato ucciso da un conducente che viaggiava a tutta velocità, sotto effetto di droga e di alcool. Se gli stessi che hanno applaudito in aula avessero votato a favore, oggi quel conducente potrebbe essere punito con molta severità. Invece non è accaduto. E oggi i colleghi di quelli che hanno votato contro il Governo fanno comunicati stampa per chiedere più severità? Con che faccia, scusate?

9. Si è dimessa la Sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo. Eletta con i Cinque Stelle è stata poi scaricata dai big del movimento di Grillo. Su questa vicenda i Cinque Stelle hanno cambiato più versioni in una settimana che capigruppo in due anni. Sapevano, non sapevano, immaginavano, ignoravano, era ricattata, non era ricattata, era ricattata a sua insaputa, noi non potevamo non sapere, eccetera. Il punto è che – sarà il destino cinico e baro – dovunque i Cinque Stelle governano, succede qualcosa. Dai rifiuti di Livorno fino al termovalorizzatore di Parma, dal bilancio di Civitavecchia fino a Gela dove hanno espulso il sindaco. Non riescono a mandare avanti un solo progetto sul quale si sono impegnati con i cittadini. Noi abbiamo molto investito sulla nuova classe dirigente Cinque Stelle: abbiamo dato i voti ad alcuni dei giovani leader per farli diventare presidente della Vigilanza o vicepresidente della Camera. Senza il PD non avrebbero mai avuto i voti. Lo abbiamo fatto perché crediamo che se tanti italiani hanno votato per loro, sia giusto che questa opposizione abbia una presenza istituzionale. La loro replica è un odio cieco contro il PD, come dimostrano anche le acrobazie parlamentari di questa settimana. Ciò nonostante, insisto: nessuna polemica con i Cinque Stelle. Anzi, aiutiamoli. Ne hanno bisogno come non mai, specie in questo momento. E ne ha bisogno un Paese in cui il rapporto maggioranza-opposizioni non può essere impostato sugli insulti. Nel frattempo la solidarietà mia e di tutto il Governo al giovane Domenico Sarnataro, di Quarto, che ha ricevuto minacce da ambienti legati alla Camorra: l’Italia per bene è con chi non si arrende

10. Amministrative. Tanta discussione, anche accesa, nel percorso che sta portando il PD – con le primarie – a scegliere il candidato sindaco di Milano. A breve anche la partenza di un percorso analogo a Roma, Napoli. Si potrà dire tutto quello che si vuole del PD, ma siamo l’unico partito che accetta il confronto con i cittadini. Che non decide i candidati in una cena ad Arcore o in un sondaggio (finto) sul blog di un’azienda privata. Che si apre al rapporto con le persone. Abbiamo mille limiti, certo. Ma il PD è la più straordinaria esperienza di partecipazione democratica in Europa. Teniamocela stretta.

Pensierino della Sera. Charlie Hebdo pubblica una vignetta. Atroce, nel merito. Mostra il piccolo Aylan, il bimbo morto questa estate, icona e simbolo della strage infinita di bambini (19 morti anche sabato scorso, in un sostanziale silenzio della comunità internazionale). E la vignetta si domanda: cosa sarebbe diventato Aylan? La provocazione, per me squallida, è qui. Memore degli sguardi dei bambini di Aleppo e di altre zone calde della Siria, bambini incrociati innanzitutto nel viaggio dentro le scuole libanesi (foto), sono inorridito.
La risposta più bella e efficace l’ha data la regina Rania di Giordania. Che ha twittato questa contro vignetta. La rilancio da qui. In ognuno di questi piccoli, c’è Mozart bambino, avrebbe scritto Saint-Exupery. Non giriamoci dall’altra parte, non facciamo finta di niente.

Un sorriso,
Matteo

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