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Spagna, Amendola: “L’austerità contribuisce alla disgregazione”

“Il dato più evidente delle elezioni legislative spagnole è la disgregazione del sistema politico e il rischio dell’ingovernabilità di uno dei paesi-chiave dell’Unione Europea”, così Enzo Amendola, capogruppo PD in Commissione Esteri della Camera.

“Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione politica in quel Paese e le scelte che verranno compiute, anche tra le diverse forze politiche.

I risultati elettorali sono segnati da un diffuso malcontento nei confronti delle politiche di austerity quando contrastano l’esigenza di creare nuovo sviluppo e nuovo lavoro.

E’ questa la ragione per cui, nell’interesse di ogni Paese europeo, il PD e il Governo italiano – come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi – intendono spingere ad una cambio sostanziale nelle politiche dell’Ue, per ricreare quel consenso ai sistemi e alle opzioni democratiche che – l’abbiamo visto nei risultati elettorali in tanti Paesi – oggi rischia di essere fortemente messo in discussione”.

“Non credo sia possibile ne’ giusto leggere il risultato elettorale con occhiali italiani. In particolare ritengo sia abbastanza arbitrario, e anche un po’ patetico, assimilare questa o quella forza politica spagnola con i partiti o i movimenti italiani, se non altro perché i protagonisti a Madrid sono tutte facce nuove mentre quelle italiane sono in un modo o nell’altro tutti vecchie conoscenze”, ha commentato Marina Sereni, la vicepresidente della Camera.
“Sono convinta invece che la lente europea sia necessaria. Il rischio di instabilità politica che il risultato produce non può essere rassicurante per Bruxelles perché stiamo parlando di un grande paese, fortemente colpito dalla crisi economica e con una situazione finanziaria delicata. La crisi del sistema bipolare spagnolo d’altro canto rappresenta la manifestazione più evidente del prezzo che i partiti tradizionali pagano, in termini di consenso, a causa della inadeguatezza delle politiche di sacrifici e austerità prevalse in Europa negli anni passati.

Le forze progressiste devono e possono reagire insieme a questa crisi con un di più di riformismo, con maggiore coraggio e fantasia nelle innovazioni, e con scelte che facciano sentire l’Europa più vicina alle domande dei cittadini”.

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