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Amendola: “A Sant’Anna di Stazzema è nata l’Europa”

Oggi ricorre il 76° anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema. Era il 12 agosto del 1944 quando la furia della 16a divisione corazzata granatieri SS travolse i borghi di Stazzema e strappò alla vita uomini, donne, bambini, anziani; membri di quelle comunità ma anche sfollati che vi si erano rifugiati per sfuggire alla guerra. Per tanto tempo, il ricordo di ciò che accadde è rimasto custodito nella “intimità comunitaria”, relegato, ha scritto l’antropologa Caterina Di Pasquale, alla «cerchia privata del lutto».

 

Per tanto tempo, il ricordo di ciò che accadde è rimasto custodito nella “intimità comunitaria”, relegato alla “cerchia privata del lutto”

 

Una dimensione del dolore che emerge nitidamente dalle parole di uno scrittore come Antonio Tabucchi, cresciuto a pochi chilometri dai luoghi dell’eccidio: ancora bambino, Tabucchi sentiva gli adulti discutere di «quello che è successo a Sant’Anna di Stazzema», senza aggiungere altro. Quella brutalità osservava lo scrittore «andava oltre: oltre la decenza, oltre quello che siamo, o che crediamo di essere».

 

Quella brutalità «andava oltre: oltre la decenza

 

Chi aveva vissuto non poteva dimenticare, ma raccontava a bassa voce. Poi però qualcosa si è mosso: la denuncia nel 1994 del cosiddetto «armadio della vergogna», i 695 fascicoli contenenti i dettagli sulle stragi nazifasciste perpetrate trai’ 1943 e il 1945, i nomi delle vittime e dei colpevoli impressi su carta, i luoghi dei massacri. Siamo stati troppo lenti a recuperare il valore della memoria, probabilmente avremmo dovuto fare di più, sicuramente avremmo dovuto farlo prima, ricordare e prendere l’impegno solenne di fare in modo che non accada più.

 

Se la memoria è giunta intatta fino a noi, gran parte del merito è della comunità di Stazzema, così come è stato fondamentale il lavoro svolto dalla commissione storica italo-tedesca insediata nel marzo 2009 dai ministri degli Affari esteri dei due Paesi. Non potremmo però celebrare il ricordo con spirito di amicizia e vera riconciliazione senza lo straordinario contributo di uomini di Stato tanto lungimiranti quanto visionari, che tra le macerie di un continente distrutto da due conflitti nell’arco di trent’anni, decisero di dedicarsi a un’opera di paziente ricostruzione, ragionando su un progetto unitario che avrebbe dovuto impedire una nuova barbarie.

Chi ha toccato con mano la brutalità la brutalità comprende il valore della pace: non sorprende che qui si sia compresa meglio che altrove l’importanza dell’Unione Europea

 

E poiché chi ha toccato con mano la brutalità della guerra è davvero in grado di apprezzare il dono di una pace che spesso diamo per scontata, non sorprende che a Stazzema siano compresi meglio che altrove tanto l’importanza dell’Unione Europea quanto l’urgenza di salvaguardarla dai pericoli che la minacciano: perché il grande progetto di unificazione europea come promessa di pace è nato a Sant’Anna di Stazzema e nei tanti altri troppi luoghi del dolore sparsi per il nostro continente.

 

Stiamo vivendo tempi difficili coi venti del nazionalismi che soffiano sulla nostra democrazia europea

 

Stiamo vivendo tempi difficili, con i venti dei nazionalismi che soffiano impetuosi sulla nostra democrazia europea. È con questa consapevolezza che abbiamo affrontato negli scorsi mesi il negoziato con i nostri partner e le istituzioni comunitarie, lavorando perché la risposta europea alla grande sfida sanitaria, economica e sociale che la pandemia Covid-19 ci sta ponendo davanti fosse ambiziosa e all’altezza delle aspettative.

 

Come ha detto Mattarella qui si è reagito alla ferocia costruendo la casa comune della libertà

 

Ora siamo chiamati a costruire l’Europa del futuro: lo faremo promuovendo un modello di sviluppo aperto e inclusivo e difendendo la nostra casa comune dagli attacchi di chi vuole indebolirla. Lo faremo consapevoli della nostra storia, della nostra memoria e della nostra identità collettiva, ricordando le parole pronunciate a febbraio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante le celebrazioni per il 50° anniversario del conferimento della medaglia d’oro al valor militare al comune di Stazzema: «La prospettiva che è emersa dalla reazione alla ferocia di quell’estate del ’44 e dalla Liberazione è proprio quella dell’unità europea, l’Europa unione di minoranze, casa comune di libertà, uguaglianza e solidarietà, motore di democrazia e di cooperazione. Ripeterlo qui a Sant’Anna di Stazzema non è una liturgia ma un’affermazione impegnativa».

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