spot_img
spot_img
HomeArchivioSassoli: "Questo piano cambi...

Sassoli: “Questo piano cambi l’Europa o il Parlamento non lo voterà”

Se il Recovery Plan non sarà all’altezza delle ambizioni, il Parlamento non lo sosterrà“. Lo afferma il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in una intervista a La Stampa, nel giorno in cui Von der Leyen presenterà il piano.

“Siamo autorità di bilancio – assicura – e abbiamo l’ultima parola: tutto il percorso deve essere convincente” e “indicare risposte ambiziose per il piano di ricostruzione e per l’orizzonte europeo dei prossimi 10 anni. A partire dall’attribuzione di maggiori competenze all’Ue” come “quelle sanitarie, ad esempio, così da non farci cogliere impreparati dalle pandemie”.

 

“Poi c’è necessità di proseguire il lavoro sulla difesa comune. Serve una politica europea sull’immigrazione e mi ha fatto piacere sentire che la cancelliera Merkel auspichi una riflessione su una fiscalità fondata su standard comuni”. Secondo Sassoli il Recovery Plan “sarà ambizioso anche oltre le aspettative. E auspico che i governi cosiddetti ‘frugali’ si comportino in modo responsabile, anche perché sono paesi che hanno da perdere se il mercato unico non dovesse riprendersi”.

 

Bastano i 500 miliardi di cui si parla?

Il tema non è la soglia. Anche perché con l’utilizzo dei bond europei le risorse potranno crescere ulteriormente. Il punto è dove mettere questi soldi e per farne cosa. Una sensazione spiacevole che abbiamo a Bruxelles è che alcuni Paesi perdano tempo e non siano concentrati nel definire le priorità. Molti paesi già faticano a programmare le risorse ordinarie, come quelle della politica di coesione. Non vorrei che questa difficoltà a spendere compromettesse l’efficacia del Piano di Rilancio”.

 

Gli Stati siano responsabili, non vada perduto un solo euro

“Non basta dire quanti soldi sono disponibili, si deve spiegare a cosa servono e per quali piani. Quanto perle infrastrutture, per la digitalizzazione, per riconvertire l’industria inquinante, per potenziare il modello sociale. Questo sforzo viene chiesto a tutti, anche all’Italia”.

 

“Non serve una Europa invasiva. Ma governi responsabili e un’Europa che vigili sulla coerenza degli impegni liberamente presi”.

 

“Abbiamo bisogno di rovesciare il paradigma del 2008, quando l’Unione pose delle condizioni agli Stati bisognosi. Oggi è necessario che le capitali presentino i loro modelli di ricostruzione, che siano loro ad indicare le priorità nelle riforme e negli investimenti utili a non lasciare indietro nessuno. L’Europa deve essere chiamata a verificarne la coerenza. Questo è il passaggio fondamentale per archiviare la stagione del rigore”, “non un solo euro deve andare perduto, sprecato in attività improduttive o clientelari”.

 

Mes

“L’Europa ha fatto bene a non imporre nulla a nessuno. Ha reso disponibili degli strumenti, ha aperto nel Mes una linea sanitaria nella quale gli italiani hanno messo 14 miliardi e possono usarne 37 a tasso zero. Se vorranno, potranno farlo. Se no, vi accederanno altri e vorrà dire che la generosità degli italiani aiuterà chi forse ne ha più bisogno. L’Europa ha fatto il proprio dovere: ha fornito delle opportunità”. E ricotda: “L’Europa non è a mani vuote. Molte risorse sono già disponibili. Abbiamo la necessità di fare in fretta, ma anche bene. Non so se chiuderemo in giugno. Ma da qui ai primi di luglio tutto verrà definito dal Consiglio, poi l’ultima parola spetterà al Parlamento. Avremo speso un pugno di settimane per la più importante operazione finanziaria, economica e sociale dell’Europa dal dopoguerra. Il piano Marshall, stavolta, ce lo paghiamo noi”.

 

Politica Ue sulle migrazioni

“Mi ha fatto piacere che la presidenza tedesca senta la necessità di riprendere il discorso sui migranti”, “oggi la politica europea sull’immigrazione è volontaria. Dobbiamo renderla obbligatoria. La solidarietà europea non è facoltativa”.

 

Web tax

Sulla web tax “mi aspetto sorprese. La Commissione vuole aumentare il tetto delle risorse proprie nel bilancio europeo. A questo si potrebbero aggiungere nuove fonti di gettito, dal digitale alla plastica, alla carbon tax”.

I cittadini non capiscono perché i colossi Hi-tech non paghino le tasse come un negozio o una impresa…

“Non lo capisco nemmeno io. Da tempo il Parlamento si batte perché tutti versino le tasse dove fanno i profitti. E anche i Big Tech paghino quanto gli altri”.

 

Intervista intefrale su La Stampa

Ultimi articoli

Correlati

Primarie PD: i risultati definitivi

La Commissione nazionale per il Congresso rende noti i dati definitivi sull'affluenza alle Primarie del 26 febbraio e...

PD, oggi alle 15 il passaggio di consegne Letta-Schlein

Si svolgerà oggi alle 15 nella sede del PD di Via Sant’Andrea delle Fratte 16 il passaggio di...

Buon lavoro Elly Schlein

“Il popolo democratico è vivo, c'è ed è pronto a rialzarsi con una linea chiara. Ce l'abbiamo fatta,...

Roggiani, affluenza attorno al milione di votanti

​​​​​"Mancano ancora i dati di alcune regioni e di alcune città, ma possiamo dire che l'affluenza si aggirerà...

Vota per un nuovo Partito Democratico

Domenica 26 febbraio si vota per la nuova segretaria o il nuovo segretario del PD. I seggi saranno aperti...
spot_img