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‘Come cambia la giustizia in Italia: dignità, diritti, sicurezza’

Alla Festa nazionale de l’Unità in corso a Catania: ‘Come cambia la giustizia in Italia: dignità, diritti, sicurezza’ con Andrea Orlando, ministro della Giustizia, il deputato David Ermini, responsabile Giustizia della segreteria Pd e il deputato Marco Di Lello. Modera il dibattito Lucia Annunziata .

 

Cernobio è stato una sorta di CdM all’aperto, le grandi aziende come hanno giudicato queste riforme?

Orlando ha risposto che la giustizia italiana civile è stata sfoltita parecchio ed anche la durata del processo civile si è ridotta, non sono ancora tempi europei, ma sono migliori di prima. Prima delle nostre riforme il procedimento civile di primo grado durava 590 giorni ora 390 e ancora molto possiamo fare. La giustizia civile quando ci siamo insediati vedeva 5.700.000 cause, oggi 3.800.000, quindi si può dire che oggi la giustizia non rallenta più la ripresa economica. Abbiamo investito dei soldi per questo, siamo gli unici in Europa ad avere riformato il processo civile in senso informatico. La giustizia è condannata ad essere la più lenta di Europa. C’è un rapporto causa effetto, c’è un Nord che corre e un Sud che non corre in tema di giustizia Civile. Il tribunale di Marsala però un’eccellenza ad esempio.

 

Sulla corruzione ha proseguito il ministro: “Tutte le norme sollecitate dall’Anm per la lotta alla corruzione le abbiamo approvate e sono diventate leggi dello Stato. Tutte tranne una – ha aggiunto – quella sugli agenti infiltrati, che può creare qualche problema nel nostro Paese dove c’è l’obbligatorietà dell’azione penale”. Il Guardasigilli ha precisato che “questo governo ha ribadito che non toccherà il titolo IV della Costituzione e che i dibattiti e i confronti con l’Anm, anche quando Pier Camelli Davigo alza i toni mediaticamente, sono stati su temi sindacali e non politici”.
Quali saranno i punti da sviluppare? Risponde Ermini: “La riforma del processo penale dovrebbe essere approvata tra poco, contemporaneamente la riforma del processo civile è stata già approvata alla Camera. Abbiamo un obbligo morale di sbrigarci. La riforma della giustizia in assoluto non ci sarà mai, perché è in divenire. Tanto è stato fatto e questo è riconosciuto dai più critici. Stiamo lavorando in modo serio con i magistrati e con gli avvocati”.

 

Sulla prescrizione e sulle intercettazioni dove si è arrivati?
Proviamo ad intervenire presto perché dal primo grado all’appello passano anni ha commentato Marco Di Lello.

I magistrati sono stati spesso tacciati di essere privilegiati, Ermini ha risposto che una delle parti principali della rottamazione era che sparisca in questo Paese la teoria dell’alibi. Le risorse finanziarie e umane comprendono un doppio aspetto. Riguardo al numero dei magistrati: i nostri giovani sono bravissimi ma perché non si riesce a coprire tutti i posti? Ed ancora, nel momento in cui tutti stringono la cinghia, 45 giorni di ferie non sono pochi più festività soppresse, quindi la querelle che si è creata è comprensibile”.

 

Oggi la parola d’ordine è onestà e non bisogno, come ci si sente quando accade questo?
Orlando ha risposto che è indignato quando uno del PD ruba ma quando questi urlano onestà il concetto non lo tocca. Il tema non è la diversità antropologica dei partiti ma semplicemente che ci sono dei partiti che mettono al centro la meritocrazia ed altri no, usano dinamiche clientelari. Il tema da affrontare è come selezionare la classe dirigente. Fare le riforme, costruire una pubblica amministrazione trasparente, queste sono le cose con cui si realizza l’onestà. Il problema non è soltanto il comportamento dei singoli ma come si costruiscano regole per selezionare i migliori. Quando c’è stata la prima tangentopoli si diceva che si sarebbero scelti i migliori invece si sono create le lobby. L’idea di una impresa politica è fondamentale per rafforzare la democrazia. Se i partiti sono opachi, non si può creare un’etica della Repubblica mentre la propaganda dell’onestà nasconde interessi non confessati”.

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