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75° Liberazione. Senza memoria non esiste futuro

Alla Festa nazionale dell’Unità dibattito con Pierluigi Castagnetti, Valentina Cuppi, Laura Gnocchi, Gad Lerner, Metella Montanari, Emilio Ricci

 

Cosa è la memoria, cos’è l’antifascismo? A parlarne è Valentina Cuppi non solo in veste di Presidente dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico ma come sindaco di Marzabotto (BO), luogo simbolo dell’eccidio nazifascista di Monte Sole dove, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, 1830 uomini e donne vennero uccisi dai soldati del Wehrmacht, delle SS e da militari fascisti travestiti da truppa tedesche. Fu uno dei più gravi crimini di guerra compiuti contro la popolazione civile.

Marzabotto – dice Valentina Cuppi – è il luogo dove migliaia di studenti vengono tutti i giorni a capire cosa è la storia. “Cosa è stato”. La memoria è un obbligo. E come tale non può essere demandato solo ai docenti scolastici ma è necessario che sia un dovere anche per le istituzioni.

Rividere i nostri luoghi, i nostri sentieri – continua la Cuppi – significa iniziare un percorso di cambiamento interiore per sentirsi partigiani. Solo guardando dentro gli occhi dei superstiti o ascoltando i loro racconti, nasce dentro una consapevolezza storica, quindi una consapevolezza critica. Oggi è necessario dare un luogo nazionale che sia testimonianza non solo della memoria ma dell’intero antifascismo; che sia la risposta tangibile ad un’attualità che tende a negare quanto successo o a dimenticarsene.

“Ci vuole del coraggio e, a volte, saper essere anche radicali” per contrastare il ritorno del fascismo o il suo sdoganamento come se fosse solo qualcosa ancorato al passato. E questo coraggio è mancato alla politica. Il neofascismo si manifesta accanto al fenomeno dell’immigrazione al grido di “chi è il nemico?”. Le fake news, le bugie cercano di cambiare la storia per far emergere nuovi racconti che non esistono nella realtà. Il mio impegno nel PD – conclude Cuppi – è proprio quello di combattere questa becera politica di destra basata sul nemico e la paura.

 

Per Pierluigi Castagnetti il rischio di sdoganare il fascismo con la frase “è successo 75 anni fa… appartiene alla storia… va messo in un cassetto” è davvero molto grande. La storia del passato serve a vivere il presente e a non commenttere gli stessi errori che hanno segnato la storia d’Italia. C’è paura di parlare di fascismo, c’è una sorta di vergogna da parte di una certa politica. Pochi si ricordano che il Partito Nazionale Fascista non era né di destra, né di sinistra ma “attualista” e non si è formato improvvisamente. Purtroppo il suo idioma è molto attuale nelle parole e nei gesti di alcuni politici di oggi.

 

“Con la Resistenza è cominciata una nuova epoca, la nostra. Ma la memoria svanisce e con essa anche l’idea dell’antifascismo”. Questo è il compendio del libro “Noi partigiani. Memoriale della Resistenza italiana” a cura di Laura Gnocchi e Gad Lerner che hanno partecipato al dibattito. I due giornalisti hanno voluto fare qualche esempio delle cinquanta storie e tesitmonianze – contenute nel libro – che raccontano i venti mesi che separarono l’8 settembre 1943 dalla Liberazione d’Italia.

Perdere o dimenticare il passato – dice Lerner – è una bestialità. La democrazia non è data una volta per tutte. Il passato raccontato da chi lo ha vissuto è la premessa e la base del presente e del futuro.

 

“Siamo ancora in una situazione di battaglia tutt’oggi” ha detto il vicepresidente dell’Anpi, Emilio Ricci. Revisionismo o racconti falsi fatti da persone che non conoscono nulla sono ancora all’ordine del giorno. Tutto questo va contrastato con decisione. L’apologia del fascismo non è un’espressione del libero pensiero. “La memoria non è solo un ricordo. La memoria deve essere attiva ogni giorno, in difesa e in contrattacco dell’ignoranza”.

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