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Le città e i territori per la crescita e la coesione delle comunità

In diretta dalla Festa Nazionale dell’Unità a Ravenna, “Le città e i territori per la crescita e la coesione delle comunità” con:Stefano Bonaccini, Presidente Emilia Romagna, Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, Roberto Morassut, responsabile Enti locali PD, Beppe Sala, Sindaco di Milano, Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna, moderati da Paolo Giacomin.

 

Sala: ripartire dalle città significa ripartire dai sindaci

Sala ha esordito dicendo che “i nostri circa 8000 Comuni, 80 Province, 20 Regioni di cui 5 a Statuto speciale, sono davvero troppi. La politica deve tornare alta ed avere una visione a vent’anni, non si può vivere solo di gestione politica“.

“Il tema dell’evasione fiscale, pare valga 4 o 5 finanziarie, inoltre – ha aggiunto Sala – c’è il tema della complessità burocratica che blocca lo svolgimento dell’amministrazione pubblica. Chi è più responsabilizzato da questa situazione sono i Sindaci e quindi il mio ripartire dalle città significa proprio questo, ripartire dai Sindaci“.

 

De Magistris: mafia e corruzione si sconfiggono con amore, autonomia, passione e follia

De Magistris ha voluto rimarcare ‘l’importanza delle differenze tra le varie realtà e città in Italia‘ e che i modelli-città, non si possono sempre esportare da una città all’altra, proprio perchè vanno valorizzate queste differenze. “Sono importanti ad esempio i laboratori ed io ne ho fatti tanti a Napoli”, ha detto, “Ma non vengono raccontati. La democrazia non si esporta, io credo nell’autonomia vera, quella dei Comuni“.

A Scampia ad esempio, con Gentiloni abbiamo firmato un progetto di riqualificazione, insieme all’Università tra le più antiche d’Italia, la Federico II . Mafia e corruzione devono essere sconfitte, con amore, autonomia, passione e follia. Stando tra la gente si governa bene, avere l’energia umana è già tanto ma cambiare un sentimento non è facile e a Napoli stiamo cercando di farlo”. “Basta rancore, l’infelicità la dà la diseguaglianza, dobbiamo unire il Paese sulle diversità con fratellanza e stando insieme per strada con la camorra contro, ma in 8 anni abbiamo resistito. Napoli vi da un sussulto di passione, senza passione dove si va!”.

 

Morassut: dobbiamo rileggere il termine periferia e dare risposte sociali e servizi

Roberto Morassut ha sottolineato la necessità di ‘rileggere il il termine periferia,a partire dal 2008′. “Abbiamo avuto un arretramento e povertà nei territori, per questo, dobbiamo dare risposte sociali e servizi in un sistema di governance. Abbiamo troppi Comuni e il sopravvivere di un municipalismo che non regge più. C’è un tema democratico che è quello di dare servizi anche ai tessuti medio piccoli. In Italia siamo molto indietro, il bando delle periferie fatto dai nostri governi inizialmente volevano addirittura bloccarlo.

Se osserviamo il profilo sociale dei territori e le tabelle di bilancio vediamo che c’è stato uno spostamento tra investimenti e spese correnti. C’è un grande bisogno di ripartire dalle città raccogliendo le spinte dei sindacie cercando di ricostruire un campo democratico più largo e valorizzando le diversità. La questione urbana – ha concluso- deve essere al centro del lavoro del nuovo governo”.

 

De Pascale: mettiamo insieme le tante eccellenze in Italia, itasselli vanno uniti

De Pascale, sindaco di Ravenna ha spiegato quanto ‘la Festa del’Unità di Ravenna faccia parte del tessuto civico’. “Ravenna è il secondo Comune più grande d’Italia, dove sussistono elementi strategici per l’intero Paese. Pensiamo all’agroalimentare in Emilia – ha sottolineato – se non ci fosse il porto di Ravenna questo non potrebbe essere un’eccellenza. I tasselli vanno uniti e la competitività è importante. Mettere insieme le tante eccellenze in Italia è fondamentale, in una logica di sistema, come nella realtà romagnola. L’esperienza di Ravenna è quella di una città che ha l’ambizione di far parte di un disegno complessivo”.

 

Bonaccini: l‘autonomia che chiediamo è taglio delle burocrazie e formazioni professionali adeguate

Bonaccini ha parlato delle responsabilità delle Regioni. “Siamo la prima Regione per export pro capite e mi dispiacerebbe se fosse divisa in due”, ha detto parlando dell’Emilia Romagna. “Noi non abbiamo fatto il referendum ma sarebbe stato naturale che vincesse il sì, se l’avessimo fatto avremmo perso la nostra peculiarità. Siamo tra le maggiori regioni manifatturiere ed anche la promozione del turismo all’estero è fondamentale ed è importante mantenere un livello alto. L’autonomia che chiediamo è taglio delle burocrazie, formazioni professionali adeguate. Le 4 università dell’Emilia ad esempio, la Regione e le scuole si possono mettere insieme per creare proposte comuni e migliorare il servizio, e possono farlo, senza chiedere neanche un soldo a Roma . Il terremoto è l’esempio più lampante di quanto l’autonomia possa funzionare: il nostro è stato il primo terremoto industriale in Italia e il più importante. Dopo 7 anni abbiamo ricostruito quasi tutte le imprese e il Presidente Mattarella ha definito la nostra ricostruzione esemplare”.

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