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Next Generation Ue: la grande prova

È Enzo Amendola a dare il benvenuto a Lucia Annunziata sul palco centrale della Festa nazionale dell’unità di Modena, sovvertendo con garbo e ironia la consuetudine che vede i giornalisti presentare gli intervistati. Ma se il dialogo è stato amichevole, ugualmente è stato, com’era prevedibile, puntuale nelle domande e preciso nelle risposte. A partire dal prossimo appuntamento elettorale.

 

Elezioni regionali per scegliere una classe dirigente europea

Sarà una bella campagna elettorale per scegliere una classe dirigente europea, quella delle elezioni regionali, per Amendola, senza ripercussioni sul governo, assicura.
“Mi aspetto una bella battaglia nelle Regioni, dobbiamo scegliere una classe dirigente che sappia programmare fondi europei. Le regionali servono a scegliere una classe dirigente a favore dell’Europa. Ho visto gli altri candidati che sono addirittura in alcuni casi schieratissimi contro l’utilizzo dei fondi europei, io penso che sia un discrimine”. Il ministro ha ricordato il “bel segnale” arrivato con le elezioni in Emilia-Romagna, regione che al momento del voto, con la conferma di Stefano Bonaccini presidente, era “un modello a livello europeo” per la percentuali di uso dei fondi comunitari. Amendola si è detto “ottimista” sull’intera tornata considerando che in Campania “ci fa ben sperare il presidente uscente”, in Toscana “c’è un gruppo dirigente molto solido”, in Puglia si “deve andare avanti nella crescita dell’economia” nella difficile congiuntura causata dall’emergenza sanitaria e nelle Marche “si può affermare il modello di buongoverno delle città”, con il candidato presidente, Maurizio Mangialardi, che è alla guida dell’Anci.

 

Recovery Plan: è dovere dell’Italia essere veloci e capaci di fare progetti con indicazioni chiare

“Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Il 21 luglio quando abbiamo chiuso l’accordo sul Recovery Plan, si è dato riconoscimento all’Italia per reagire e cambiare pelle dopo il Covid”. Sulle notizie uscite oggi su alcuni quotidiani, che ipotizzavano un possibile ‘anticipo’ sugli stanziamenti, il ministro puntualizza: “Esiste un accordo di possibilità di prefinanziamento del 20% sul totale dei fondi assegnati ad un Paese ma questi fondi, ovviamente, vengono assegnati quando la Commissione dà il via libera ai progetti. E non credo che questa procedura sia compatibile con i tempi della legge di bilancio. Noi abbiamo una sfida, per la prima volta con dei bond, abbiamo costruito questo fondo di 750 miliardi per la recessione. Dobbiamo subito lavorare perché questi fondi diventino progetti, con costi, cronoprogramma, impegnative“. E se “Non è una rivoluzione”, per Amendola è invece “un dovere dell’Italia pianificare subito una reazione immediata: bisogna essere veloci e capaci di fare progetti con indicazioni chiare, è un grande salto di qualità. Molti hanno dei dubbi: ‘ce la farà questo governo?’ Erano gli stessi dubbi che sentivo anche prima che facessimo l’accordo. Questo risultato è una responsabilità morale e politica”.

 

Economia sostenibile, rivoluzione digitale e tecnologica, più coesione e inclusione: le grandi sfide che abbiamo davanti

Le “grandi sfide” che ci troviamo ad affrontare, sono, per il ministro, “economia sostenibile, rivoluzione digitale e tecnologica, più coesione e inclusione”. Tutte “devono diventare progetti che tocchino i problemi di ritardi di competitività” che sconta il nostro Paese. “Siamo indietro di 10 punti sul lavoro femminile, crescere significa portare le donne a lavorare più di quello che sappiamo, green deal significa intervenire sul dissesto idrogeologico, sul nostro spreco di acqua, che in Italia arriva al 40%”, ha spiegato. “Per fare queste opere di modernizzazione del Paese, per non tornare a quello che era prima del Covid, meglio lavorare in silenzio e prepararsi bene per arrivare pronti alla sfida che si aprirà fra qualche settimana”.

 

A fine settembre in Parlamento le linee guida del Recovery Fund

“Vogliamo che anche il Parlamento discuta le linee guida dei progetti del Recovery fund: è giusto che ci sia un mandato parlamentare“, ha detto Amendola, ricordando che il lavoro si avvierà il 9 settembre con la convocazione del Comitato interministeriale per gli affari europei. Il passaggio parlamentare, dunque, dovrebbe essere fra fine settembre e inizio ottobre., “poi la Commissione aprirà una consultazione informale con i Paesi”.

 

Debito comune: per la prima volta il messaggio è che l’Europa c’è

“Per la prima volta stiamo facendo debito comune europeo. Ma, come ha detto fra gli altri , lo stesso Draghi, l’unico modo di reagire è fare debito, soprattutto per le categorie più deboli, non a caso il primo dei fondi europei si chiama Sure. Il debito esiste, ma è un debito comune europeo, che prevede condizioni migliori di quelle che qualsiasi Paese da solo potrebbe fare”. Per il ministro, si tratta “non solo di una scelta lungimirante, ma di un atto di solidarietà comune, che certo costerà, ma meno di quello che potremmo fare noi da soli. Di fronte a tutto questo mondo che cambia, noi per la prima volta diamo un messaggio alle nuove generazioni, che l’Europa c’è”.

 

Il compito di un governo è di non abbandonare nessuno al suo destino

“Sono stati molto criticati i ristori, ma in un momento come quello che abbiamo attraversato, con il Paese bloccato, il compito di un governo è di non abbandonare nessuno al suo destino, non lasciare nessuno solo. Non si può fare a lungo, per quello abbiamo deciso una politica di investimenti”, perché, dice il ministro, “siamo sotto la media degli investimenti pubblici e dobbiamo crescere, più investimenti pubblici ci sono, più cresce l’economia, più si riduce il debito”.
Nel piano Next Generation che impiegherà i finanziamenti del Recovery fund, però, non ci saranno “solo investimenti, ma anche riforme: serve una pubblica amministrazione energetica e veloce e una giustizia che abbia tempi rapidi”.

 

Il primo giorno di scuola sia un giorno di festa per il Paese e per i bambini

Non è mancata una battuta sulla scuola, la prossima grande sfida che ci aspetta fra pochi giorni:”Dobbiamo far vivere il primo giorno di scuola ai bambini come un giorno di festa. Dobbiamo lavorare perché tutto sia messo a posto, perché sia un giorno di festa per il Paese e per i bambini, che hanno vissuto il periodo del lockdown come uno shock, non ce lo nascondiamo”.

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