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Walter Veltroni alla Festa dem: “Identità, radici e valori: il Pd corra verso il futuro”

Un lungo applauso ha accolto Walter Veltroni in una sala piena. E’ impossibile negarlo: l’affetto che lega il popolo dem al suo primo segretario non scema con il tempo. E vale anche il contrario. Non è certo un caso che il più delle volte, Veltroni si sia espresso usando il ‘noi’, comprendendo anche se stesso, per parlare di questa storia che ha contribuito a creare: il Partito Democratico. E così, in tanti, alla Festa dell’Unità nazionale di Modena sono venuti a sentirlo, per quello che aveva il sapore e l’aspetto più di una Lectio Magistralis che di un comizio, dal titolo ‘Il pensiero democratico, il riformismo, il consenso’.

Un discorso di quasi un’ora, totalmente a braccio, per raccontare la nascita di un partito, la sua genesi, la sua naturale trasformazione nel tempo, il suo futuro. E soprattutto scandagliare il suo rapporto con il Paese.

La brutta distorsione per cui ‘tutto fa schifo, tutto è uguale e indistinto in politica’ non piace proprio all’ex segretario dem. “Ma davvero oggi non riuscite a vedere la differenza tra destra e sinistra? – ha chiesto retoricamente alla platea – Provate a dirlo ad un americano nero se fra Trump e Obama non c’è differenza. Sono argomenti tesi a diffondere qualunquismo, un volgare e generico spirito dell’antipolitica”. Ed è solo il Partito Democratico, casa naturale della sinistra moderna, intesa come luogo di partecipazione ed emancipazione, che può fare da argine a tutto questo. Un partito, però, che deve essere all’altezza del momento storico che stiamo attraversando: “I partiti si dividono in due categorie: tovaglioli di carta o alberi. I ‘partiti tovaglioli’ volano via una volta usati mentre ‘i partiti alberi’ rimangono perché hanno radici. Ma un albero non è immobile, si muove ed è in completa connessione con gli altri. Così dobbiamo essere anche noi, consapevoli delle nostre radici, che non sono altro che i nostri valori, e interconnessi con la gente”.

Oggi più che mai, perché viviamo in un paradosso. Dice ancora Veltroni: “Siamo di fronte ad una crisi di dimensione globale – a causa della pandemia, del terrorismo, dei temi ambientali e della crisi economica – ma la chiave di soluzione preferita sembra essere quella sovranista e nazionalista. E la storia ci insegna che in questi momenti di crisi il popolo cerca risposte che mettano fine all’incertezza e al disagio. Ecco ancora la differenza tra destra e sinistra, nel modo in cui si risponde a questa crisi”.

Prendere posizione chiaramente, avere fiducia, orgoglio e cura della propria identità sono la risposta perché, secondo Veltroni, “bisogna essere dentro la storia mantenendo il proprio punto di vista. E se la storia sta prendendo un’altra direzione” continua ancora “noi dobbiamo fare di tutto per curvarla. Perché la democrazia, che è un’eccezione nella storia, non può essere data per scontata”.

Quindi Veltroni sprona a recuperare la vocazione che ha animato da sempre lo spirito del Pd: essere aperti alla società. “Dobbiamo porci l’ambizione e l’obiettivo di coinvolgere di più il nostro elettorato” ma per farlo “bisogna correre sapendo chi siamo, prendendo quel grumo di valori che ci appartengono e traducendolo nel tempo attuale”.

Agnese Rapicetta redazione Immagina

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