Per Carlo Calenda quella diieri è stata una giornata di«soddisfazioni». Non appenaarrivata la notizia dellafirma dell`accordo tra Mittal esindacati su Ilva, l`ex ministro,via Twitter, ha subito dato il suoplauso a Luigi Di Maio. Il leaderdei Cinque Stelle e suo successoreal ministero dello Sviluppoeconomico, che aveva etichettatola gara vinta da Mittal sotto laregia di Calenda, come un delittoperfetto. «Se salvare Ilva è statoun delitto perfetto sono contentodi esserne stato l`autore»,dice al Messaggero Calenda.«Ma soprattutto», aggiunge, «sonocontento anche che Luigi DiMaio sia stato mio complice. Masenza ironia posso dire che oggisono davvero soddisfatto».
Per cosa in particolare?
«Che si vada avanti su un percorsoche è stato lunghissimo eche riguarda il più grande impiantodel Sud e la più grandeacciaieria d`Europa. Su questoripeto, do atto al ministro Di Maiodi aver fatto la cosa giusta.Cambiare opinione nella vita èsempre una cosa complicata.Certo…»
Certo?
«Certo sarebbe meglio farlo dicendoche si cambia opinionepiuttosto che inventandosi ridicolidelitti perfetti».
Di Maio dice di aver miglioratol`accordo, 10.700 assunzionie zero esuberi.
«Questo è oggettivamente nonvero. L`accordo proposto primache arrivasse il nuovo governo,e che è stato pubblicato sul sitodel ministero, prevedeva 10 milaassunzioni da parte di Mittal,a cui andavano sommate altre1.500 assunzioni da parte dellasocietà per Taranto partecipatada Invitalia, che avrebbe dovutofarei 1 miliardo di bonifiche con isoldi dei Riva e una serie di appaltiin outsourcing per Mittal.Quindi al lavoro ci sarebberostate11.500 persone».
I sindacati però quell`accordonon lo hanno firmato.
«Se i sindacati hanno ritenutoche questo nuovo accordo rispondepiù alle loro esigenze vabenissimo comunque, io sonofelice così».
Di Maio dice anche che il suoaccordo è migliore perchémantiene le garanzie dell`articolo18 per i lavoratori dell`Ilva.È davvero così?
«Articolo 18, livelli e inquadramentierano già riconosciuti daMittal. Lo furono dopo che ioruppi i negoziati al primo appuntamentodel primo tavoloproprio perché il nuovo socio industrialeaveva espresso dubbisu questo punto, che per menon era negoziabile».
Poche differenze, insomma?
«Vede, per me quello che importaè che dopo che ha vinto la forzapolitica che voleva la chiusuradell`Ilva, che poi ha detto chela gara era illegittima, che poiha detto che era il delitto perfetto, la procedura si sia conclusacon il vincitore che avevamo trovatonoi e con il piano ambientaleche era stato approvato danoi, ed è il piano più restrittivoche c`è in Europa. Questa è unagrande vittoria per l`Italia e perl`industria dell`acciaio».
Si poteva chiudere prima?
«Senza ombra di dubbio. Si èscelto di temporeggiare, con pareridell`Anac e all`avvocatura.Una perdita di tempo che è costata80 milioni, il doppio diquanto è stato risparmiato conil taglio dei vitalizi. E a questidobbiamo aggiungere i costi per la perdita di alcuni clienti. Ma è niente rispetto al rischio che lo stabilimento chiudesse. Oggi non solo può ripartire Taranto con 4,2 miliardi di investimento, ma faccio rilevare che anche l`altro investitore, a Piombino, lo abbiamo portato noi. E sono altri 500 milioni. Vorrei far notare un`ultima cosa».
Quale?
«Il famoso parere dell`Avvocatura generale dello Stato ancora non è stato pubblicato».
Il ministro ha detto che lo avrebbe reso noto il 7 settembre, oggi per chi legge.
«E io lo leggerò con grande attenzione. Non è un caso però che quel documento venga pubblicato un giorno dopo la firma dell`accordo».
Che significa?
«Che se Di Maio ha mentito sul parere segretato dell`Avvocatura dovrà rendere conto».
