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Pittella: il Sud guardi all’Europa ma l’Europa consideri il Sud

Il Sud che guarda all’Europa e l’Europa che punta a Sud. Per l’europarlamentare Gianni Pittella, ora in corsa al Senato per il Pd nei collegi uninominale Basilicata e Campania due, il futuro è questo.

 

Onorevole Pittella, Luigi Di Maio apre alle altre forze politiche, Pd compreso, per governare, ipotizzando un contratto su temi più che un governo di larghe intese. Il governatore della Puglia Michele Emiliano, invece, pensa ad un governo dei cinque stelle per battere il Centrodestra. E Gianni Pittella cosa ipotizza per gli scenari del dopo 5 marzo?

«Non credo che sia possibile prevedere un accordo del centrosinistra con i 5 Stelle. Come si fa a fare un accordo con chi fa della distruzione il suo messaggio principale? Il Movimento 5 Stelle predica l’azzeramento di tutto e rifiuta ogni compromesso. È una forza povera di proposte, come potremmo formarci un governo insieme e portare avanti il lavoro di questi anni? È fantapolitica».

 

Da più parti si lancia già un Gentiloni bis. Lei cosa ne pensa?

«Gentiloni si è dimostrato un ottimo capo di governo. È riconosciuto come una delle personalità più importanti della politica italiana e europea, una delle punte di diamante del PD. Renzi si è dimostrato bravo non solo come premier, ma anche come leader di partito, che è riuscito a mettere in campo una squadra preparatissima. Laddove le altre forze politiche puntano all’uomo solo al comando, la coalizione di Centrosinistra è formata da una pluralità di uomini e donne con leadership e capacità di visione. Sarà il Presidente Mattarella a indicare la persona più adatta a formare il prossimo governo».

 

Grasso si è rivolto al popolo della sinistra sostenendo che il voto a Liberi e Uguali è l’unica alternativa alla destra. Lei cosa replica?

«Nei collegi uninominali gli elettori si troveranno di fronte a una scelta chiara che prevede tre possibili vincitori: il centrodestra, fortemente influenzato dalla presenza di Salvini e Meloni, il Movimento 5 Stelle, e la coalizione di centrosinistra. Presentare Liberi e Uguali come l’unica alternativa alla destra è una forzatura. Io rispetto tutti i partiti in campo, e provo molto affetto per i compagni fuoriusciti dal Pd, ma continuo a credere che avrebbero potuto portare avanti le loro istanze in modo molto più forte dentro il nostro partito e la nostra coalizione. È un peccato che la sinistra si sia divisa prima di queste elezioni mentre la destra, con le sue contraddizioni interne, in questa fase si presenti apparentemente unita».

 

Le previsioni di inizio campagna elettorale sono state rispettate: a determinare la vittoria saranno i voti del Sud. Quel Sud dove Di Maio sostiene che il M5S sia arrivato al 36 per cento ed il Pd stia crollando. Quel Mezzogiorno che lei ha nel cuore come lo slogan che ha utilizzato per la sua campagna elettorale.

«Vedo che l’orientamento dei cittadini sta cambiando. I problemi esistono: lavoro e sicurezza, soprattutto. Però, da un iniziale atteggiamento di rabbia e protesta, ci si sta orientando verso l’adesione a un programma politico credibile e realizzabile. Vengono apprezzati il lavoro svolto finora, di cui si cominciano a sentire gli effetti della ripresa anche al Sud, e la scelta di figure che, per chiarezza, programmi, passato e reputazione, possono trasformare la legittima sofferenza nella speranza di soluzioni efficaci, perché abbiamo idee e abbiamo già dimostrato coraggio e sapienza politica per risolvere i problemi».

 

Giovani e lavoro: temi intrecciati soprattutto nel Mezzogiorno. Quale la sua ricetta per far crescere l’occupazione, in particolare, nei piccoli comuni.

«Nessuna ricetta, ma alcune idee chiare e degli impegni importanti. La grande sfida è quella di attrarre investimenti. Vorrei spendermi, in prima persona, per invertire questo trend molto negativo, provando a convincere i grandi player internazionali che investire al Sud oggi è possibile È necessario investire anche nelle infrastrutture, e costringere Anas e Ferrovie dello Stato a ricalibrare i loro bilanci a favore del Sud. Costringiamo le compagnie petrolifere a investire nella chimica verde in Basilicata, altrimenti non rinnoviamo loro l’accordo per l’estrazione. E non possiamo sprecare l’occasione di Matera 2019, che deve fare da traino per il turismo in tutta la Basilicata e tutto il Mezzogiorno. Creiamo occupazione per i giovani nei piccoli comuni al fine di garantire assistenza alle persone, è un modo efficace per valorizzare in termini economici la loro permanenza al Sud offrendo un servizio alla comunità e contribuendo alla coesione sociale. Bisogna investire nelle scuole e nella sanità, e intensificare la lotta al precariato».

 

Se eletto non le dispiace dover lasciare il Parlamento europeo in un momento in cui è necessaria un’ Europa più forte e unita per affrontare emergenze come quella siriana?

«Sono sempre in contatto con Federica Mogherini sulla drammatica vicenda siriana. L’Unione Europea si sta muovendo, ma la situazione è drammatica. Stamattina stavo guardando il telegiornale con mio nipotino Egidio, di 5 anni, e vedevamo il servizio sui bombardamenti in Siria. Ho guardato Egidio, e gli ho detto «ricordati quanto vale l’Europa, sia per quello che può fare nella sua azione esterna, ma soprattutto per la pace che ha garantito nel nostro continente da 70 anni». Proprio questo tipo di immagini dovrebbero fare pensare a coloro che vogliono aprire ai Salvini e ai 5 Stelle, le forze che votano contro l’Europa. Ricordiamoci sempre che l’Europa è un bene prezioso. Io l’ho servita per 19 anni, e continuerò a servirla anche dal Parlamento italiano».

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