«L’appello di Saviano sul carcere è giusto, ma questo non è il governo del ‘marciscano in galera’, tant’è che il Pd propone misure assai simili alle sue».
Dice così Walter Verini, tuttora l’uomo della giustizia del Pd, ma dal segretario Zingaretti promosso tesoriere del partito.
Saviano digiuna contro “la paralisi” degli interventi sul carcere. Ha ragione?
«Il senso civile dell’appello va condiviso. Ma non è giusto dire che c’è stata, e c’è, paralisi. Al tempo stesso sono convinto che questo stimolo vada raccolto adeguandolo alla realtà».
Il governo si è già mosso e si è mosso bene?
«Si poteva davvero fare di più e meglio, come il Pd ha detto in Parlamento, e come, nell’ambito del governo, ha sempre sostenuto il sottosegretario alla Giustizia Giorgis. Ma non siamo a febbraio quando c’erano oltre 62mila detenuti che oggi sono 9mila di meno. Grazie a misure del governo che il Pd vuole migliorare, come fa in Senato con gli emendamenti al decreto Ristori».
E sarebbero?
«Domiciliari senza braccialetto a chi deve scontare solo 12 mesi e ha tenuto una buona condotta. Aumento di 30 giorni rispetto ai 45 attuali ogni sei mesi a chi ha seguito percorsi rieducativi. E alla Camera, nella legge di bilancio, abbiamo proposto di dare un’accoglienza domiciliare a chi potrebbe uscire ma non ce l’ha».
Ma sono le proposte di Saviano…
«Mi auguro siano accolte. Ma parliamo di detenuti che non sono in alcun modo un allarme sociale e che, come dice l’articolo 27 della Costituzione, escono recuperati alla società». (…)