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Da Lampedusa ad una nuova coscienza europea

Il 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa si รจ rovesciato un barcone carico di migranti. Le vittime furono 366 e in poche settimane per evitare altre tragedie simili il governo ha messo in campo una missione navale umanitaria oggi nota come Mare Nostrum che ha salvato migliaia di vite umane e che ha mostrato all’Europa intera la determinazione del nostro Paese di fronte alle grandi questioni navali.

L’azione del governo e del Commissario Mogherini hanno fatto si che dopo un anno, Mare Nostrum diventasse una missione europea, con limiti di budget, missione e mezzi, ma pur sempre un primo passo verso una solidarietร  europea che fino a quel momento era mancata.

L’Europa aveva preso coscienza del fenomeno migratorio.

Il 19 aprile di quest’anno un’altra tragedia del mare sconvolge la coscienza europea.

Stavolta muoiono piรน di 800 persone e a Bruxelles si convoca un vertice di emergenza che vara un’agenda europea dell’immigrazione. Il problema viene per la prima volta affrontato in maniera organica con una serie di misure di breve e lungo periodo. Ad oggi รจ ancora in corso la discussione sull’accoglienza obbligatoria per tutti gli stati membri superando di fatto quanto stabilito dal Regolamento di Dublino. Tuttavia รจ stato raggiunto un accordo sul reinsediamento di 40.000 mila profughi presenti in Grecia e Italia. L’Italia ha raggiunto un primo importante risultato che spesso viene sottovalutato: a Lampedusa eravamo soli a gestire i migranti, oggi chi arriva in Italia, arriva in Europa in una nuova coscienza europea del fenomeno delle migrazioni.

Il tema dell’immigrazione che oggi vede 60 milioni di persone costrette a scappare dalla propria terra natia รจ senz’altro una questione epocale che ha visto il nostro Paese in prima linea nella gestione dei grandi numeri dell’accoglienza Per questo il Dipartimento Immigrazione รจ stato costantemente impegnato nell’interlocuzione con i referenti locali, l’Anci, ed il Ministero dell’Interno per affrontare le criticitร  e condividere le buone prassi dell’immigrazione. Con incontri direttamente sui territori, soprattutto dove gli enti regionali hanno mostrato maggiore chiusura nell’accoglienza, abdicando al ruolo di coordinamento dell’accoglienza, lasciando da soli i sindaci.

Le attivitร  del dipartimento Immigrazione ha coniugato l’azione sul territorio con visite dei parlamentari direttamente nei luoghi dell’accoglienza e con incontri volti ad aumentare la consapevolezza dei temi legati a questa grande sfida globale che non abbandona un barcone in difficoltร  e non respinge chi scappa da guerre, violenze e carestie.

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