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Martina: “A bordo della Sea Watch situazione grave. Mobilitarsi dovere di tutti”

«Il governo italiano sta commettendo gravi errori e violando leggi nazionali e internazionali. A me interessa che un grande Paese serio e civile come l’Italia affronti queste situazioni nelle regole. Non possiamo accettare che ogni volta si giochi sulla pelle di queste persone una pagina di campagna elettorale». Maurizio Martina, ex ministro dell’Agricoltura e candidato segretario del Pd, ha ancora negli occhi lo sguardo degli immigrati incontrati sulla Sea Watch 3 lunedì pomeriggio».
 

Lei è salito a bordo in qualità di candidato alla segreteria, come parlamentare del Pd o solo da parlamentare?

 
«In veste di parlamentare della Repubblica italiana, con le sue prerogative, i suoi doveri, le sue funzioni. Non dobbiamo fare ragionamenti di partito su questo argomento: più rappresentanti delle istituzioni si muovono all’unisono e meglio è. Più consapevolezza riusciamo a creare soprattutto nelle istituzioni, nella società, meglio sarà. C’è da fare un grande lavoro culturale e sociale. Certamente il Pd su questo si gioca un ruolo fondamentale».
 

Con Minniti al Viminale, il Pd si divise

 
«Non direi. Ma un conto è gestire i problemi e risolverli, un conto lucrare su questi temi. Siamo di fronte a un esecutivo che ogni giorno vuole lucrare su un tema epocale, e serve un investimento politico sull’Europa. Non sarà disgregando il progetto europeo che gli italiani saranno più sicuri».
 

Ha visto pericolo di disordini a bordo?

 
«Ho visto una oggettiva stanchezza, la tensione di persone che per troppo tempo sono rimaste in balia di questi eventi, ma abbiamo trovato molta compostezza, serietà. E la speranza di chi arriva da contesti drammatici e quindi, nonostante le difficoltà, si aggrappa al futuro».
 

E i minori?

 
«Ci è bastato incrociare gli sguardi per capire che ci sono ragazzi sotto i 18 anni. Le condizioni sono davvero dure».
 

Si sono incrociate diverse denunce, sembrerebbe. Quella nei vostri confronti perché siete saliti a bordo, quella vostra al governo…

 
«No, no… Dobbiamo tenere lo sguardo fisso su quelle persone e quindi prima di tutto pensare a dare un approdo certo e lavorare tutti per farli sbarcare quanto prima. Ci sono tutte le condizioni anche di partenariato con altri soggetti per gestire la situazione».
 

E l’Europa?

 
«Con un’Italia non isolata la soluzione sarebbe diversa».
 

Il vostro capogruppo Delrio ha incontrato il presidente Fico?

 
«So che ci stanno lavorando i gruppi parlamentari. Può essere una strada valida. Da una parte la Commissione in questi anni ha tentato di fare passi in avanti. Dall’altra il Parlamento Europeo ha tentato di battere un colpo. In mezzo ci sono i governi nazionali che non hanno mai voluto proporre una svolta utile. Ma il principale nemico dei ricollocamenti coordinati in Europa è il nostro governo, che ha sempre remato contro soluzioni coordinate».
 

Il governo sembra fare quadrato intorno a Salvini sul caso Diciotti.

 
«Stupisce che Salvini decida di non difendersi nel processo, ma dal processo».
 

E il Movimento 5 stelle?

 
«Vedremo se la logica del potere è più forte della coerenza».

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