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Oddati: “Il PD nel Mezzogiorno ritrovi sobrietà”

Cos’è il Sud oggi? La risposta di Ernesto Galli Della Loggia sul Corsera di qualche giorno fa è la seguente: «La società della disgregazione e dell’abbandono,dove lo sperpero e la malversazione aggravano l’animi congenita inadeguatezza delle risorse».

E ancora:«Sembriamo sapere così bene che cosa è il Mezzogiorno che da tempo, paradossalmente, non vogliamo però saperne più nulla. Sono anni e anni che il resto del Paese ha cessato di occuparsene».

«C’è una grande verità in queste parole. Negli ultimi quindici, venti anni ci si è preoccupati più della questione settentrionale. Un errore storico, anche della sinistra». Da un paio di giorni Nicola Oddati è responsabile Mezzogiorno del Pd, in una delle segreterie più criticate della caotica e litigiosa storia dem.

Ma da quando sono fondamentali le segreterie dei partiti?

«Le segreterie sono luoghi di lavoro, ma si decide in direzione e assemblea. Zingaretti ha più volte tentato di nominare organismi unitari. Non tutti sono stati disponibili. Non è drammatico».

Cos’è, una vendetta renziana per la posizione su Luca Lotti?

«Non credo, la scelta è precedente. Ma ripeto non mi pare drammatico che la segreteria nazionale sia espressione del segretario».

Torniamo al grande assente Sud, di cui ora lei ha la delega.

«In questi ultimi anni si è pensato a come dare al Nord la libertà, l’autonomia e come evitare che il Sud fosse una zavorra. Un po’ tutti abbiamo considerato come nodo da risolvere il rapporto tra Nord e Europa. Che errore madornale».

Un errore che, diciamo, ha fatto anche molto comodo alle classi dirigenti meridionali che hanno fatto ciò che volevano.

«Anche, ma credo che il rischio è che con questo dibattito si faccia del Sud un insieme totale di arretratezza e che non ci sia più nulla da fare».

Bè i neomelodici che pensano che Falcone e Borsellino se lo sono cercata sono siciliani, i teppisti che sfasciano e bloccano la Circum campani.

«Quelli che picchiano quattro giovani del cinema America romani, senza contare qualche episodio razzista al Nord. C’è una situazione esplosiva nel Sud è vero. L’Italia e l’Europa se ne devono occupare, ma si può far leva su pezzi virtuosi per farli crescere. Le classi dirigenti meridionali si devono sentire colpite».

Per Lotti si è parlato di «opportunità politica», non vale anche per il carosello di ambulanze in onore di Franco Alfieri?

«C’è un problema di stile che deve segnare il modo di essere e di fare politica. Per il nuovo Pd penso a un agire sobrio, serio, rigoroso che non vuol dire distante. Dobbiamo essere popolari. Che non è certo lo stile di chi ha fatto suonare le sirene delle ambulanze né di chi ha partecipato a riunioni con magistrati. Non solo dobbiamo dare la sensazione, dobbiamo essere. Capisco che nella ricerca
del consenso ci siano delle sbavature, ma bisogna essere attenti perché si compromette quel che di buono si è fatto. Anche a me è capitato di sbagliare, perciò dobbiamo essere più cauti tutti».

Tanto più al Sud.

«Tanto più al Sud dove ha un valore doppio, triplo perchè siamo in una società dove è più facile l’assalto alla Circum, dove è più facile delinquere, dove ci sono le crisi industriali, perciò dobbiamo essere doppiamente capaci di trasmettere un messaggio di serietà. Governiamo tre regioni meridionali, dobbiamo fare in modo che dove governiamo ci siano elementi visibili di miglioramento. In Campania un lavoro si è fatto, dobbiamo continuare e non comprometterlo con sciocchezze».

Con De Luca ricandidato quindi?

«Intanto dobbiamo partire dai risultati dell’azione di governo e questo è il primo tassello significativo, non è solo chi si candida ma come abbiamo inciso. Dove abbiamo presidenti uscenti non solo è un diritto, ma un dovere ripresentarsi. Poi ovviamente è una questione di cui si occuperà tutto il partito, valutando caso per caso. È chiaro che il grande tema politico è creare alleanze vaste e civiche, con
l’ambientalismo, il terzo settore. Evitare ulteriori divisioni».

E sempre dell’idea che il Pd debba aprire a de Magistris?

«Ho accennato alla possibilità di evitare in qualche modo candidature nel campo del centrosinistra, ma le risposte di de Magistris escludono ogni possibilità di dialogo. Quindi mi sembra chiusa la vicenda».

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