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Sud, la ricetta di Franceschini: «Si riparta da cultura e turismo»

Oggi il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, sarà a Bari al Castello Svevo in occasione del completamento dei lavori che hanno interessato la fortezza e il complesso monumentale di Santa Chiara. Alle 20 appuntamento a Monopoli (Palazzo Palmieri) dove si parlerà del suo ultimo libro dal titolo «Disadorna e altre storie». Inutile cercare di coinvolgerlo nel dibattito politico in atto nel Paese e all’interno del Pd, il ministro non si sbottona.

 

Franceschini si parla sempre più spesso di una rinascita culturale del Sud.
Certo, anche grazie alle scelte del Governo che ha investito sulla sostenibilità, sullo sviluppo e sulla promozione dei luoghi meno conosciuti dal turismo internazionale. I numeri da record dei musei – che nel 2016 hanno superato i 45,5 milioni di visitatori e che stanno crescendo a ritmi elevati anche nel 2017 – hanno interessato in larga misura quelli del Mezzogiorno: penso alla rinascita del Museo archeologico di Taranto – guidato da una giovane donna tornata in Italia grazie alla selezione internazionale per i direttori dei musei autonomi – ma anche a Pompei, alla Reggia di Caserta e a Capodimonte.
Cultura e turismo come fonti di sviluppo e crescita in Puglia?
I dati che riguardano il settore turistico fanno ben sperare. E anche qui le politiche di destagionalizzazione hanno portato al prolungamento della stagione estiva. I dati più recenti evidenziano una forte crescita in tutto il Paese con una ripresa più sostenuta al Sud. In Puglia penso alla riuscita straordinaria di un evento come la Notte della Taranta che dimostra come la cultura sia uno strumento di crescita per il Paese. Quello della Puglia è un modello che va sicuramente seguito e replicato perché è una regione in cui convivono in maniera virtuosa una serie di segmenti: dal turismo balneare a quello sostenibile dei piccoli borghi, fino a quello in costante crescita dell’enogastronomia.

Per Matera come fare rete?
Matera non è solo una grande occasione per sviluppo e occupazione ma è un’occasione per migliorare l’immagine del mezzogiorno nel mondo. E la scelta di Palermo come capitale italiana della cultura per il 2018, va nella stessa direzione: una convergenza felice per trainare la rinascita del Mezzogiorno.

 

Parliamo di soldi. Ci sono? Basteranno? Saranno spesi bene?
Penso ai cantieri della cultura, che oggi valgono più di 3 miliardi e mezzo in tutta Italia e incidono fortemente sulle regioni del Sud. Dopo anni di tagli, la cultura è diventata centrale nelle politiche economiche del governo. La scorsa settimana abbiamo approvato un provvedimento, che ha già ottenuto l’ok della conferenza Stato-Regioni e del Consiglio superiore dei beni culturali, che sblocca 132 milioni
di euro per musei, aree archeologiche e biblioteche. Solo in Puglia le risorse ammontano a 5 milioni di euro per interventi di restauro, riqualificazione e valorizzazione della Fortezza Svevo-Angioina di Lucera e del Museo Archeologico di Santa Scolastica a Bari.
A Bari si discute della Fiera del libro del Sud. Che ne pensa?
Non sono abituato a prendere posizioni prima di aver avuto i dettagli e domani (oggi, ndr) affronterò questo tema con il sindaco di Bari. In ogni caso, il Ministero ha tra le sue missioni la promozione del libro e della lettura e mi aspetto di avere maggiori informazioni.

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