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Approvata la Riforma costituzionale che permette ai diciottenni di votare anche in Senato

L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva la riforma costituzionale che abbassa a 18 anni l’età dell’elettorato attivo anche per il Senato.

“Alle prossime elezioni circa quattro milioni e mezzo di giovani potranno eleggere anche i Senatori. Il Senato ha infatti approvato in quarta e ultima lettura, la riforma dell’art.58 della Costituzione con la quale si uniforma l’elettorato attivo delle due Camere estendendo il diritto di voto dei diciottenni“.

Lo afferma in una nota Andrea Giorgis, coordinatore comitato Riforme istituzionali del Partito Democratico.

 

Si tratta di una piccola ma importante riforma, che contribuirà da un lato a rendere più rappresentativo il Senato e, dall’altro, a ridurre il rischio che vi siano maggioranze diverse nei due rami del Parlamento.
Un primo passo a cui dovranno seguirne altri, a partire dalla riforma dei regolamenti parlamentari, per razionalizzare la forma di governo e per rendere il nostro bicameralismo meglio funzionante.

 

Intanto arriva un segnale di attenzione verso i giovani, e soprattutto un invito alla partecipazione e all’impegno civile e politico per rafforzare la nostra democrazia e, attraverso di essa, rimuovere (come prescrive l’art 3 della nostra Costituzione) “gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

 

“Si chiude così un percorso, nato nelle aule parlamentari, che dà un nuovo diritto a 4 milioni di cittadini italiani che prima non lo avevano. Diciamo ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni che la politica ha bisogno di loro e della loro capacità di scegliere”, ha affermato in aula nel corso della sua dichiarazione di voto, la Presidente dei Senatori del Partito Democratico, Simona Malpezzi.

 

Questo è un nuovo strumento per fare in modo che la loro partecipazione trovi uno sbocco. Una partecipazione-ha proseguito-che tra i più giovani esiste ed è forte: prima del covid le piazze erano piene di giovani che manifestavano sui temi che stanno loro a cuore, dall’ambiente ai diritti. Finalmente, queste istanze potranno essere rappresentate anche al Senato”.

 

Da oggi oltre 4 milioni di giovani tra 18 e 25 anni non sono più cittadini di serie B: escono da una condizione di minorità civile e acquisiscono diritti politici pieni. Sono felice, spiega il senatore del PD Dario Parrini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali.

 

È una riforma giusta nella quale ho molto creduto e per la quale nella mia commissione mi sono fortemente battuto.

 

Se ne discuteva in Parlamento da quando nel marzo 1975 la Legge 39 abbassò la maggiore età da 21 a 18 anni. Era attesa da tanto. L’attesa è terminata. Il mio auspicio è che si possa presto dire la stessa cosa sulla riforma dei regolamenti parlamentari, sulla sfiducia costruttiva e sulla costituzionalizzazione della tutela ambientale”.

 

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