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Boschi: dalla nostra abbiamo la forza delle idee e la competenza con cui realizzarle

Il Movimento 5 Stelle «ha dimostrato la propria debolezza, propria quando è stato chiamato a confrontarsi con la prova di governo nelle città, penso a Roma, Livorno, Torino. In generale, sui temi fondamentali come economia, lavoro, immigrazione, noi abbiamo offerto soluzioni concrete, a differenza dei nostri avversari. Crediamo che questo sia il punto da cui partire: la forza delle idee, e la competenza con cui realizzarle». La sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi è appena rientrata da Montreal, dove ha guidato la delegazione italiana al convegno organizzato da Global Progress per discutere le prospettive del movimento progressista.

Perché la sinistra è in difficoltà un po’ ovunque?

«In parte sono stati i problemi economici, in parte un senso di preoccupazione per i cambiamenti in corso: dai flussi migratori alle nuove tecnologie che cambiano il mondo del lavoro. C’è chi poi ha fomentato la paura e ha creato una sorta di rabbia. Negli Usa ha vinto una proposta in grado di parlare direttamente ai cittadini, specie alla classe medio bassa che viveva una fase di impoverimento e ansia per il futuro, anche se le soluzioni offerte in gran parte non erano percorribili».

Lei ha discusso il tema della disuguaglianza economica. Cosa ha proposto?

«Ho parlato dei risultati ottenuti in Italia, come la riforma del lavoro, e degli obiettivi per il futuro. Bisogna creare nuove forme di lavoro nei settori della tecnologia e l’innovazione, per assorbire i posti persi in quelli più tradizionali. Puntare molto sull’istruzione, perché il legame tra scuola e mondo del lavoro è fondamentale. In questo quadro, la partecipazione femminile alle attività nel settore scientifico è ancora troppo bassa. Ho sottolineato anche la necessità di impegnarci per creare maggiori condizioni di prosperità, altrimenti mancano le risorse per favorire l’equità sociale».

 

Come si può stimolare la crescita in Italia?

«Grazie alle riforme degli ultimi tre anni, ci sono già risultati importanti su Pil, lavoro, produzione industriale e occupazione femminile. Nella prossima legge di bilancio ci saranno misure mirate soprattutto a rafforzare quella giovanile».

 

Il convengo di Montreal si è aperto con una sessione dedicata ai populismi. Come pensate di batterli in Italia?

«Quando invece di dire solo no, nelle città il M55 ha dovuto dare risposte concrete su temi come la sicurezza, i rifiuti o la gestione delle emergenze atmosferiche, non è stato all’altezza delle aspettative dei suoi elettori. Credo che questo peserà quando gli elettori dovranno decidere a chi dare la responsabilità di guidare il Paese. Su molti temi fondamentali, come economia, crescita e lavoro, non sappiamo nemmeno quale sia la posizione dei Cinquestelle, a parte il reddito di cittadinanza che è assistenza, non creazione di nuove opportunità. Il loro programma dice che vogliono uscire dall’euro, mentre il possibile candidato premier Di Maio pare non esserne così sicuro».

 

Non teme che il centrodestra cavalchi l’immigrazione?

«Sicuramente lo farà, in modo anche molto duro. Penso ad esempio alla Lega Nord e Fratelli d’Italia. Anche qui, però, i governi Renzi e Gentiloni hanno dato risposte concrete. Abbiamo chiesto soluzioni condivise a livello europeo, dicendo che non parteciperemo più come contributori al bilancio, se tutti non rispetteranno le regole su immigrazione e ricollocamento. Abbiamo fatto un lavoro per contenere i flussi e concludere accordi con i paesi di provenienza, che hanno portato a una riduzione obiettiva degli arrivi. Lavoriamo sulla cooperazione internazionale, continuando ad offrire prospettive di integrazione, nel rispetto della dignità umana e di valori che vanno oltre il consenso politico. Chi invece ci ha messo in condizione di affrontare l’emergenza con strumenti non adatti è stato il centrodestra, che quando era al governo ha accettato gli accordi di Dublino».

 

Le divisioni nel mondo progressista non rischiano di penalizzarvi?

«Credo che in Italia sia stata fatta chiarezza. Io giro molto per le feste dell’Unità, e il tema della scissione o delle coalizioni non è quello principale: figuriamoci per il resto dei cittadini. Le questioni fondamentali restano le soluzioni da offrire su immigrazione, lavoro, lotta alla povertà attraverso il reddito di inclusione, istruzione e formazione delle prossime generazioni. Credo che questo sia il modo più onesto di presentarsi agli elettori, partendo dalle idee. Del resto, quello che è emerso anche a Montreal è che si chiede al Pd di contrastare i populismi. Per i democratici e progressisti, a livello internazionale, il riferimento in Italia è il Pd».

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