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Delrio: nessuno giochi una partita per conto proprio. Rimpasto? valuta Conte

Il governo “rischia brutto, è evidente. Se un partito della maggioranza votasse la sfiducia al ministro della Giustizia e capo delegazione dei 5 Stelle, non sarebbe possibile passarci sopra”. Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, in un’intervista al Corriere della sera. “I voti di tutta la maggioranza, non solo di Italia Vvva, sono decisivi nel sostenere la fiducia al governo. Se qualcuno non la pensa così, questo esecutivo ha un problema enorme”, ammette.

 

Le mozioni di sfiducia a Bonafede

“Non commento le indiscrezioni e non giudico le intenzioni, ma i comportamenti. Fino a oggi quando Bonafede è venuto in Aula a chiarire la sua posizione si è sempre trovata una sintesi e mi auguro che i fatti dicano di nuovo questo” – dice a proposito delle intenzioni dei renziani che, se votassero la mozione la mozione Bonino, “sarebbe comunque una sfiducia e il governo cadrebbe”.

 

Le presidenze delle Commissioni

“Stimo Marattin, ma le presidenze delle commissioni si decidono alla Camera, non a Palazzo Chigi. Sono sempre favorevole ai confronti anche molto franchi nella maggioranza. L’importante è non dare l’idea che ognuno giochi una partita per conto suo. Gli italiani ci chiedono di stare uniti, non di piantare bandierine di partito”, aggiunge sulle voci di una presidenza della commissione Bilancio per l’esponente di Italia viva.

Serve un rimpasto per rilanciare Conte?

“Non ritengo utile parlare di formule che attengono alle decisioni del presidente del Consiglio. Sarà una valutazione sua, non è questo il problema”, dice ancora Delrio secondo il quale “serve un governo che dia risposte rapide alle persone e serve stabilità per stare vicino a chi soffre. L’instabilità in un momento così difficile è il servizio peggiore che si possa fare all’Italia. Il pensiero del Pd è portare a casa le misure giuste e anche quando chiediamo al presidente Conte di ridurre l’uso dei Dpcm è per ridare centralità al Parlamento, non certo per disegnare nuove maggioranze”.

 

Il Pd sta pensando al voto anticipato o a un governissimo?

“Assolutamente no. Siamo leali e non pensiamo né all’uno, né all’altro, ma ad affrontare la più grande crisi dal dopoguerra. Oggi come allora, non dobbiamo farci bloccare dalla paura. Dobbiamo avere una prospettiva di medio, lungo periodo, rendere più semplice la Pubblica amministrazione, investire sulla sanità e la scuola pubblica e avere l’ambizione di grandi riforme”.

 

Il rapporto con l’opposizione

“Bisogna tenere aperto il dialogo con l’opposizione, anche nei provvedimenti ora alla Camera. In un momento così tragico servono idee buone, da chiunque vengano. La crisi sociale si sta aggravando molto, ricevo ogni giorno telefonate e mail di gente disperata. Stiamo difendendo i posti di lavoro con un forte sostegno alle imprese. Sono necessari ma non basteranno interventi assistenziali come cassa integrazione e prestiti perché se non salviamo il lavoro si romperà il patto sociale. Io sono molto preoccupato”.

 

L’accordo sul recovery fund da 500 miliardi

“La proposta franco-tedesca sulla mutualizzazione del debitoèuna buona notizia per un europeista come me, sostenitore degli stati uniti d’Europa. La Ue in questa emergenza è vicinissima all’Italia, anche se partita male ha recuperato ampiamente. Se il Mes sarà senza condizionalità non potremo non usare questi fondi per la sanità. Il presidente Conte è venuto alla Camera e ha detto con chiarezza che tutte le risorse senza condizionalità verranno utilizzate, se ce ne sarà bisogno. A me basta questo”.

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