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Fiano: «Stadi come cassa di risonanza dell’odio le società sportive non siano indulgenti»

Buh razzisti Svastiche. Cori contro i meridionali e gli immigrati. Ora anche gli adesivi che inneggiano alla Shoah e ne offendono uno dei simboli più dolorosi come la piccola Anna Frank. All’indomani dell`ennesimo oltraggio fabbricato nella fucina curvatola, gli irriducibili della Lazio non sembrano disposti ad assumersi alcuna responsabilità. «Loscherno non costituisce reato», contrattaccano.
«Parole – commenta il deputato del Pd Emanuele Fiano, promotore dell`omonima legge che punisce l’apologia di fascismo – che confermano ancora una volta come la mia legge non è stata ispirata da una battaglia di retro guardia che si accanisce contro il passato, ma ha voluto rispondere con urgenza a una deriva di odio che è viva e vegeta, e caratterizza in modo inquietante la nostra società e il nostro presente».

 

Dagli stadi ai social, le parole d`ordine dell`intolleranza sonoormai rilanciate ogni giorno con impressionante regolarità. A che cosa si deve questa recrudescenza?
«I rigurgiti dell`ideologia neonazista e fascista sono riaffiorati da qualche anno a questa parte per via della crisi. L`aumento delle diseguaglianze sociali ha fatto scoppiare di nuovo la bolla dell`intolleranza verso il diverso, di volta in volta individuato nell`immigrato, nell`omosessuale, nel meridionale o nell`ebreo. Gli stadi, così come i social, sono le casse di risonanza preferite in cui i veleni nazisti possono trovare diffusione e clamore».

 

Il presidente Mattarella ha parlato di atto disumano. Ma resta il fatto che i responsabili di reati simili, di solito vengono sanzionati con misure assai blande. Serve una legge Fiano bis allargata?
«Quanto accaduto a Roma rientra con ogni probabilità nelle fattispecie direato previste dalla legge Mancino. Ma non c`è dubbio che sanzioni e divieti dovrebbero essere applicati sempre con grande severità, e senza alcuna forma di indulgenza anche da parte delle società sportive. Non si può consentire che tifosi già squalificati per razzismo, facciano un raid nello stesso stadio dal quale dovrebbero stare lontani: così oltre al danno, c`è la beffa».

 

La Lazio ha fatto sapere che promuoverà viaggi ad Auschwitz ogni anno per mettere in condizione i ragazzi di capire la storia della Shoah. E nel prossimo turno di campionato, sarà letto un brano del diario di Arma Frank prima delle partite. Iniziative che vanno nella giusta direzione?
«Sono iniziative importanti, che insieme a condanne severe possono rappresentare la base da cui ripartire. Talvolta dietro l`odio non si nasconde nient`altro che ignoranza. Giovanidisinformati e inconsapevoli degli orrori della Shoah possono spesso diventare bersaglio facile dei cattivi maestri pronti a insinuare il verbo dell`odio nelle pieghe più fragili della nostra società. Divieti e pene asprequindi non bastano, occorre programmare una battaglia culturale che comincia dai banchi di scuola. Conoscere la storia di Anna Frank, bimba segregata per due anni per il solo fatto di essere ebrea, e poi deportata, è il punto di partenza per impedire che qualcuno possa anche immaginarsi di infangarne la memoria».

 

Il mese scorso il tribunale di Bruxelles ha condannato un ex eurodeputato negazionista a visitare ilager nazisti. Uno spunto utile per pensare a una nuova legge?
«Avevamo già previsto qualcosa di simile, quando tempo fa tentammo di modificare la legge Mancino. Prevedere percorsi di lettura e di formazione obbligatoria per chi si macchia di reati d`odio sarebbe un`autentica svolta. Una sanzione passa, un`esperienza diretta dentro un lager resta».

 

Negli stadi si fa però largo ogni genere di veleno diffamatorio: non c`è partita del Napoli, in cui gli avversari non inneggino al Vesuvio affinché i tifosi siano lavati con il fuoco.
«Vorrei sommessamente far notare, che tra quanti saltavano e ballavano eauguravano una morte orribile ai napoletani, c`era tempo fa anche un noto leader dell`opposizione. Sia che si tratti di odio verso gli ebrei, i meridionali, o i gay, la radice dell`intoller-anza resta sempre la stessa. E non dobbiamo mai commettere l`errore di dare preminenza a un odio in particolare, ritenendolo più o meno grave degli altri. Gli stadi non sono altro che l`altra faccia oscura dei social, dove le campagne d`odio fanno proseliti nella logica del branco. La cultura è la migliore arma contro i cattivi maestri che sulla paura fanno bassa speculazione politica».

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