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Gutgeld “Per famiglie e lavoratori le risorse arriveranno dalla spending review”

Un fitto programma di misure a favore delle famiglie e dei lavoratori, senza però tagli consistenti alle spese e con la previsione di una riduzione del debito pubblico di 32 punti in 10 armi. È realistico? Risponde Yoram Gutgeld, commissario di governo per la spending review.

«Il programma più costoso è quello degli 80 euro per figlio, abbiamo calcolato 8,5-9 miliardi l’anno. Considerando anche le partite Iva, i contributi per le assunzioni a tempo indeterminato, il taglio dell’Ires, arriviamo a 25-30 miliardi».

Sembrano pochi, visto che già l’estensione degli 80 euro per figlio è una misura più che costosa. Quale tetto di reddito prevedete?
«Mentre per le partite Iva il tetto è sempre quello dei 26.000 euro annui, gli 80 euro a figlio costituiscono un’estensione degli assegni familiari che già adesso vengono percepiti. Quindi si stabilirà un tetto che arrivi ai redditi alti: con due figli, fino ai 18 anni,160 euro in più di detrazioni al mese, tre figli 240».

Da finanziare come, visto che non prevedete tagli molto consistenti alla spesa?
«Prevediamo 15 miliardi per la prossima legislatura. Pensiamo di portare avanti tutti i programmi già messi in atto, dalla centralizzazione degli acquisti della P.A. alla razionalizzazione dell’immobiliare, al recupero della logistica nella sanità. Agiremo anche sulle fax expenditures,1-2 miliardi, non i 40 miliardi che prevedono Berlusconi e Di Maio: si tradurrebbe in macelleria sociale, salterebbero misure importanti, dalle borse di studio alle agevolazioni sulla prima casa. Prevediamo anche di recuperare 10 miliardi in più dall’evasione».

Non siete troppo ottimisti nella previsione di una crescita del Pil nominale del 3,5% annuo? Significa un’inflazione al 2%, ma negli ultimi anni è stata decisamente più bassa.
«Si tratta delle previsioni del Def, né più né meno».

Però potrebbero saltare i parametri europei, e infatti nel vostro programma viene criticato il Fiscal Compact.
«Il processo di aggiustamento dei conti continuerà, ma con un ritmo un po’ più graduale rispetto a quello previsto dai parametri Ue. Negozieremo, come abbiamo fatto finora ogni anno».

L’Osservatorio della Cattolica nota che non vengono considerate spese come i costi dei derivati e le riserve di tesoreria: 55 miliardi in tre anni.
«Mi sembra irrilevante. Non sono fatti strutturali».

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