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Immigrazione, Mauri: “Allarme creato da Salvini per speculare sulla paura”

Viceministro Matteo Mauri, il decreto immigrazione arriva in un momento in cui i flussi migratori verso l’Italia non sono certo da emergenza. È d’accordo?

«Certo, ma è così ormai da tre anni. Era così anche quando si è insediato il primo governo Conte. La scelta di fondo che abbiamo fatto noi è di una politica sull’immigrazione che risponde alla situazione reale e non a una narrazione falsata con l’obiettivo di creare paura e allarme a esclusivo beneficio politico».

Quello che ha fatto Salvini?

«Mettiamola così: la nostra politica parla al cuore e alla mente e non alla pancia della gente. Salvini è riuscito a far passare il suo racconto. I suoi decreti sull’immigrazione sono la logica conseguenza di un’azione di propaganda politica e hanno creato scientificamente problemi reali di sicurezza al Paese e noi ci siamo trovati a doverne affrontare le conseguenze».

Ad esempio, quali?

«Togliere la protezione umanitaria ha rappresentato un gravissimo problema non solo per i migranti ma anche per gli italiani, perchè inevitabilmente avere più irregolari in strada crea potenziali conseguenze sulla sicurezza. Anche aver escluso dal sistema di accoglienza i richiedenti asilo ha creato grossi problemi, lasciando migliaia di persone senza una vera ospitalità e alcuna integrazione».

Certo, in questi anni è cresciuta l’intolleranza verso i migranti nonostante i numeri bassi.

«Una cosa piccola ma a cui tengo molto può spiegarlo. I decreti Salvini hanno impedito che i richiedenti asilo potessero essere impiegati dai Comuni in lavori socialmente utili. Fatto apposta per evitare che la gente avesse una percezione positiva dei tanti migranti volenterosi pronti a lavorare per la comunità. Noi l’abbiamo ripristinato».

Nonostante i flussi siano assolutamente gestibili, l’Italia si sta molto spendendo per i ricollocamenti in Europa e per fermare le partenze dalla Tunisia da dove gli arrivi sono calati.

«È stata una delle più grosse difficoltà che ci siamo trovati ad affrontare, ricostruire i rapporti internazionali distrutti dall’antieuropeismo di Salvini. Non è un caso che l’Europa abbia riaperto il dossier per la riforma del regolamento di Dublino. È una vittoria della politica europeista del Pd e ha un effetto diretto».

Resta il problema delle partenze dall’Africa.

«Anche qui, i risultati si cominciano a vedere. La ministra Lamorgese ha ottenuto un reale impegno del governo tunisino a evitare che la gente parta e ha raddoppiato i numeri dei rimpatri. La politica dei valori e della concretezza paga».

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