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Sport, Lotti: «Legge sugli impianti sportivi: svolta storica per il nostro Paese»

Impiantistica sportiva, grandi eventi, ruolo degli educatori e dei tecnici e rapporto con scuole ed Atenei. Il ministro per lo Sport Luca Lotti parla a 360 gradi dello stato del sistema, a sette mesi dal suo insediamento. E per la prossima legge di Stabilità- l`ultima di questa legislatura – annuncia l`intenzione di inserire nel testo un vero e proprio pacchetto per lo sport che, se dovesse diventare realtà, si trasformerebbe in una vera e propria svolta per il nostro Paese.

Ministro, il ritorno di un dicastero dedicato allo Sport è stato salutato con soddisfazione da tutto il mondo il sistema. Quali sono state le sue principali azioni in questi mesi?
«Lo sport ha potenzialità straordinarie e ritengo fondamentale che nelle istituzioni vi sia un interlocutore che possa relazionarsi con questo mondo. Per tanti anni, purtroppo, è stato erroneamente considerato secondario rispetto ad altri settori, nonostante abbia evidenti e positive ricadute sull’economia e sul turismo, come sulla salute, sull’educazione e sulla formazione dei giovani. Nei primi 200 giorni da ministro ho lavorato con l`obiettivo di contribuire a creare nel Paese una cultura dello sport, attraverso la promozione di grandi eventi, il coinvolgimento delle scuole, un`attenzione più mirata all’attività motoria di base e agli impianti nelle aree urbane più svantaggiate con il Piano da 100 milioni “Sport e periferie”, approvato qualche mese fa insieme al Coni e appena rifinanziato con ulteriori 100 milioni. Gli occhi sono puntati in particolare su quelle discipline considerate meno “blasonate”, affinché nessuno resti indietro perché l`ambizioso compito che mi sono posto è quello di garantire a tutti gli sport la stessa dignità».

Spesso business fa rima con grandi eventi che, però, rischiano di costare alle casse dello Stato più del giro d`affari che creano. Dopo la rinuncia alle Olimpiadi di Roma l`Italia si può candidare ancora a ospitare manifestazioni di rilievo internazionale?
«Finalmente dopo inspiegabili rinunce da parte dell`amministrazione capitolina, Roma torna ad ospitare grandi competizioni internazionali. L`ultima bella notizia riguarda la “Formula E”, una gara automobilistica per veicoli elettrici che si svolgerà nel 2018 anche grazie all’impegno del Governo e mio personale. A novembre, poi, ci sarà il Campionato mondiale di scherma paralimpica e nel 2022 la Capitale sarà la sede della Ryder Cup di golf. Il 25 aprile inoltre Roma è stata di nuovo teatro dello storico Gran premio della Liberazione. Un`edizione, la 72, che ha rischiato fino all’ultimo di saltare e che abbiamo aiutato a mettere in salvo. Ma ci sono anche la Coppa del Mondo e i Mondiali di Sci a Cortina, la fase finale dei prossimi Europei Under 21 di calcio ospitata dall’Italia e dalla Repubblica di San Marino, e i Mondiali di Pallavolo nel 2018. Opportunità incredibili che ci permettono di dimostrare come il nostro Paese sia in grado di accogliere eventi internazionali tanto prestigiosi».

Lo sport è sinonimo di salute e benessere, ma spesso, se affrontato in maniera dilettantistica, rischioso. Quali interventi ha già effettuato per favorire una professionalizzazione del sistema e quanto conta, in questo contesto, il sistema universitario?
«Sport è prima di tutto salute ed è giusto immaginare che gli educatori, gli allenatori, i personal trainer abbiano non solo competenze adeguate alla delicatezza del loro ruolo, ma siano anche dotati di una strumentazione idonea a tutelare la salute. Proprio qualche settimana fa ho firmato insieme al ministro Beatrice Lorenzin il decreto sull`obbligatorietà dei defibrillatori per le società e le associazioni dilettantistiche: un altro importante passo in avanti sulla sicurezza. Poi stiamo lavorando per prevedere il giusto riconoscimento di titoli e qualifiche professionali a chi educa allo sport, ma anche per trovare la strada che agevoli gli atleti a coniugare l`allenamento agonistico con il percorso di studi. Non è più accettabile che per rincorrere un sogno e volerlo realizzare si debba abbandonare la scuola, come è accaduto finora a tanti campioni».

Una delle annose questioni italiane riguarda gli stadi di calcio. A che punto siamo con la
legge sugli stadi e, più in generale, sull’impiantistica sportiva?

«Il provvedimento sugli impianti sportivi, da me fortemente voluto per il rilancio del movimento sportivo, è stato approvato in Parlamento il 15 giugno. Si tratta di una legge che consente di avere tempi certi di intervento sugli impianti sportivi pubblici, stadi di calcio compresi, per adeguarli agli standard internazionali. A tal fine, attraverso la conferenza dei servizi si potranno dichiarare la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell`impianto sportivo, una spinta importante per superare i troppi ostacoli burocratici esistenti. La riforma, inoltre, prevede l`introduzione di misure che consentono la bancabilità dell`opera, permettendo alle società sportive di prestare adeguate garanzie agli istituti di credito. Il provvedimento si rivolge anche allo sport di base, che svolge una funzione fondamentale sul piano sociale. È una svolta storica per il nostro Paese e gli effetti positivi si vedranno presto».

Quali strategie ha in mente il suo ministero per coinvolgere maggiormente i privati, molto spesso mancanti in passato, nella collaborazione con il pubblico per eventi e manifestazioni di impatto?
«In una fase di contenimento della spesa pubblica come quella che stiamo vivendo, non è pensabile che lo Stato e gli enti locali possano affrontare i costi necessari alla costruzione di grandi impianti sportivi, che richiedono investimenti enormi, incompatibili con le disponibilità della finanza pubblica. E questa la ragione per cui, se si vuole puntare all`ammodernamento dell`impiantistica sportiva di alto livello è necessario incentivare gli investimenti dei privati. Questa è la direzione che abbiamo intrapreso con l`introduzione della nuova legge sugli stadi: il privato realizza un investimento su un impianto che potrà usare in concessione, ma che resterà acquisito al patrimonio pubblico».

Il modello dello stadio Friuli di Udine – con la cessione del diritto di superficie e i costi interamente a carico della società – viene spesso portato ad esempio. È uno schema da riproporre anche per gli altri impianti?
«Il Friuli rappresenta un modello virtuoso sia per l`Italia che per l`Europa dal punto di vista dell`innovazione, della sicurezza e dell`attenzione all`ambiente. In Italia siamo in ritardo di 20 anni rispetto al resto d`Europa. Ma il provvedimento sugli impianti sportivi va proprio nella direzione dell`innovazione. Non soltanto per avere un campionato di Serie A più competitivo, ma anche per riportare le famiglie negli stadi e nei palazzetti e quindi per consolidare il fenomeno sociale del tifo, che vuol dire senso di appartenenza, confronto, passione per lo sport e per la propria squadra del cuore».

Quali sono le principali novità previste, per lo sport, nella prossima legge di Stabilità?
«È mia intenzione lavorare affinché si possa inserirvi un vero e proprio “pacchetto per lo sport”. Si tratterebbe di una grande novità che vuole essere un altro importante contributo per riconsegnare allo sport italiano la dignità che merita».

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