“E’ una maniera di pensare e di vivere molto miope. La pirateria brucia decine di migliaia di posti. Nostro figlio si laurea, sogna un lavoro nel cinema, nell’editoria, nel giornalismo, ma non trova un suo spazio. Ci sta bene? Vogliamo che la nostra squadra vinca il campionato, ma intanto togliamo soldi al club comprando le partite dai pirati. Ci sta bene, domando?”.
Così il sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, in un’intervista a la Repubblica.
“Dopo la direttiva Copyright, che ha esteso al mercato digitale la tutela del diritto d’autore, arrivano questi due importanti tasselli per creare un ecosistema più equo e aperto. I testi presentati ieri sembrano coerenti con questo obiettivo”, dice ancora ricordando come “le nuove norme comunitarie aumenteranno la capacità di contrasto ai pirati che trafugano giornali o libri, film o partite in Rete.
Le fake news e i discorsi che incitano all’odio spero lascino il posto a un’informazione autorevole e certificata. E se queste nuove norme europee dovranno essere rafforzate, come chiede la nostra industria culturale, il tempo ci sarà”.
“Ieri – continua Martella – il commissario Ue Breton e la vicepresidente Vestager hanno chiarito che non si muovono contro qualcuno. Vogliono operare semmai in favore di cittadini, famiglie, imprese e di un mercato più equilibrato. Pensiamo ai mesi che abbiamo vissuto in casa per fronteggiare il coronavirus. In Europa le autorità di garanzia hanno perseguito centinaia di presunte aziende che vendevano in Internet miracolose cure contro il Covid-19. Bene: le società della Rete non potranno più voltarsi dall’altra parte di fronte ai contenuti illegali che loro stesse veicolano”.