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Martina: “Responsabilità e cambiamento, il Pd ricomincia da qui”

«Il 4 marzo ci ha consegnato all’opposizione ma guai all’Aventino»: Maurizio Martina, il segretario reggente del Pd rigetta qualunque soluzione solipsistica. A chi vorrebbe traghettare il partito verso alleanze estranee alla volontà degli italiani e a chi lo vorrebbe imbalsamato sui banchi della minoranza, Martina risponde con due termini chiave: responsabilità e cambiamento.
Il segretario interviene all’assemblea di SinistraDem “Coraggio e Passione – Adesso ricostruire, il Pd e la Sinistra”, convocata da Gianni Cuperlo, e non abbozza, ma rilancia: «Non immagino che il Pd stia a guardare ma immagino una ricostruzione, un rilancio e una sfida sul cambiamento ma il 4 marzo ci ha consegnato la funzione di minoranza e da lì possiamo esercitare la nostra responsabilità e l’opera di cambiamento».

Insomma nel Pd c’è consapevolezza della sconfitta, ma anche tutta la voglia che ha di rialzarsi e di riprendere la corsa chi è caduto ed era in prima posizione.
Cuperlo parla di una fase che si chiude, ma, citando Peter Sellers di ‘Oltre il giardino’, aggiunge che «’in primavera si semina, in autunno si raccoglie’, e forse anche a noi tocca ripartire da qui, c’è una semina da fare, c’è da scuotere un mondo che ha continuato a pensare, a scrivere, a immaginare…».
Cuperlo mette in guardia da chi auspica un’alleanza M5Stelle e Lega: «Io temo un governo sovranista, io temo che a governare il dramma del mare ci sia uno sceriffo padano, non vorrei consegnare l’Italia alla destra».

«Sono d’accordo con Cuperlo – sottolinea poi Martina – anche io penso che un governo M5s-Lega sia pericoloso per il Paese. Salvini si fa portavoce di una coalizione e viene smentito un minuto dopo. Di Maio racconta ai giornalisti che si sarebbe aspettato telefonate. È l’esempio dell’incapacità di un leader di cogliere la responsabilità che ha per il Paese. Ma quello visto dai vincitori dal 4 marzo somiglia più al secondo tempo di una campagna elettorale. Se hanno in testa di armare, con le scelte che si dovranno fare anche nei prossimi giorni, un secondo tempo di campagna elettorale, non ci avranno. Non ci tireremo indietro dal confronto e non aspetteremo che siano solo le forze che hanno vinto le elezioni a fare le loro mosse. Noi contrattaccheremo e cercheremo di organizzare l’alternativa con un lavoro di centrosinistra aperto, plurale. Incalzeremo, proporremo, non staremo a guardare».

Martina guarda anche al futuro del PD, evidenziando che la prima difficoltà del partito è stata quella di ‘”viversi come comunità”: «Dobbiamo cambiare i nostri punti di riferimento – afferma – sono interessato a vedere come cambiamo il Pd. Chiedo una mano, se ne può uscire con una leadership collettiva, una idea di comunità nuova. Usciamo dalle nostre riunioni diversi da come siamo entrati».
Fuori dalla sala, intanto, i giornalisti chiedono al ministro Carlo Calenda se si candiderà segretario, e lui ci ironizza su: «Ma che prendere in mano il partito. Sono arrivato l’altro ieri, conosco meta’ delle persone che sono qui dentro…».
L’assemblea di SinistraDem è aperta e serve a raccogliere più voci del Pd e tutte hanno lo stesso tono, la stessa volontà: siamo pronti per ripartire. «Dobbiamo proporre che la prossima assemblea nazionale – indica Andrea Orlando – apra una fase costituente del partito, con un segretario che abbia la funzione di transizione e che affronti il tema della forma partito, ma non possiamo far passare il messaggio che vogliamo rifare la ‘ditta’, perché anche la ditta non funzionava più. Riconosciamo che non siamo sufficienti e abbiamo bisogno di altri per riformarci e ricostruirci».

Secondo il capogruppo uscente dei senatori Pd Luigi Zanda per il Pd si apre una fase molto delicata politicamente: «Noi abbiamo un ruolo di partito di opposizione che dobbiamo svolgere con molta serietà con proposte alternative. Mi sembra che il dato emerso oggi e, che io condivido da tempo, è la necessità di ricostruire la comunità del centrosinistra, che significa un grande lavoro insieme e un’ attenzione tra di noi, oltre a un elemento di cui c’è grande bisogno in generale in tutto l’Occidente: riprendiamo una vista lunga».

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