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Oddati a Radio Immagina: “L’emergenza non è finita, mantenere alta l’attenzione”

“È evidente che dopo un anno quasi di chiusure forzate e di limitazioni c’è un grande desiderio delle persone di uscire e di incontrarsi. Questo è naturale, meno naturale è che non si comprenda che il rischio del contagio è ancora alto, tra l’altro con le varianti pare che questo rischio sia ancora più elevato. Bisogna dunque continuare ad avere cautela fin quando non avremo raggiunto un livello di vaccinazione così elevato da consentire di ritornare a una vita normale”.

 

Così Nicola Oddati, coordinatore dell’Iniziativa politica e responsabile cultura nella segreteria nazionale del Pd, questa mattina a Radio Immagina.

 

“Credo abbia influito il fatto che da un po’ di giorni si parli meno del virus e più di altre vicende, anche politiche, ma il pericolo non è scampato. – prosegue Oddati – Bisogna mantenere alta l’attenzione, bisogna ricordare a tutti che l’emergenza non è finita, che la pandemia è ancora in corso e che il numero di vittime ancora elevato”.

 

In merito alle chiusure, il dirigente democratico afferma che “il tema è molto delicato. Alla prima ondata dell’epidemia si rispose con lockdown generalizzato che di sicuro aiutò a fermare il virus, ma che costò all’Italia tante risorse, tanti problemi economici e sociali. Bisogna capire se il Paese se lo può permettere, o se non bisogna proseguire con una strategia di contenimento cercando di convivere con il virus e lasciando che le principali attività produttive ed economiche possano continuare a svolgersi”.

 

Oddati parlando dell’Ilva afferma: “siamo convinti che bisogna spingere fino in fondo il processo di decarbonizzazione che porti in tempi non lunghi ad una transizione capace di ridurre al minimo l’impatto dell’area a caldo fino al suo esaurimento e di passare alla produzione di acciaio con altri procedimenti. È un percorso che richiederà un po’ di tempo ma che va fatto con radicalità e convinzione”.

 

“Sarebbe un bene – continua il dirigente democratico – confermare la presenza dello Stato nell’azienda in modo da garantire questo percorso che, se fatto con serietà e accompagnato da bonifiche, può anche frenare l’intervento della magistratura”.

 

Infine, Oddati auspica che lo Stato “si prenda in carico il problema di tanti lavoratori che rischiano per un tempo non breve di non poter lavorare, e che dovranno essere accompagnati con adeguati ammortizzatori sociale. È un impegno importante se vogliamo che l’acciaio rimanga un asset strategico per l’Italia”.

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