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Orlando: “Sotto attacco i giovani e i diritti”

Sintesi dell’intervista di Carlo Bertini su La Stampa

 

“La norma sui rave è pericolosa, è un veicolo per reprimere il dissenso. Se si usa un bazooka contro le formiche si fa male anche ad altri”, inizia così Andrea Orlando la sua intervista a La Stampa, e aggiunge: “E’ una norma pericolosa, può essere utilizzata in contrasto con l’articolo 17 della Costituzione, che consente la libertà di manifestare. Ci troviamo di fronte a termini non tassativi, generica è la definizione di raduno, larga la discrezionalità dei termini come ordine pubblico. Insomma a chi deve applicare la legge viene lasciato un margine molto ampio che può coprire manifestazioni che vanno molto oltre i rave. Norme che sono la spia di un atteggiamento che vede nella manifestazione del dissenso un aspetto non da gestire, ma da rimuovere. Emerge poi una forte ostilità nei confronti dei giovani”.

Orlando continua parlando del fronte economico del nuovo governo: “Meloni definisce il salario minimo uno specchietto per le allodole, ma io penso invece che dovrebbe introdurlo, collegandolo ai contratti migliori di settore in attesa di una legge, perché il lavoro povero è un’emergenza assoluta. E sarebbe necessario cominciare a intervenire sul cuneo fiscale e dare sostegno alle imprese energivore, prevedere aiuti per affitti a studenti, aumentando la tassazione sugli extraprofitti”, e aggiunge: “Inoltre rimuovere il reddito di cittadinanza ora sarebbe una follia, tutti gli osservatori dicono che la povertà assoluta è in crescita. E poi stanno partendo le misure del Pnrr che servono a sviluppare le politiche attive del lavoro: tagliare il reddito sarebbe una cosa assurda ora che alcuni problemi, se le regioni faranno la loro parte, potranno essere risolti. Io piuttosto renderei cumulabile il reddito di cittadinanza con quello da lavoro stagionale, senza penalizzare chi accetta un lavoro di breve durata”.

Orlando chiude parlando dell’agenda interna al PD: “Il focus è dare un’identità al Pd, abbiamo bisogno di forze esterne. C’è un mondo di gente che fa politica senza tessere di partito: terzo settore, sindacato, associazionismo. Li coinvolgerei partendo subito con comitati costituenti a cui dare larga autonomia. Oggi c’è bisogno di riconoscere il valore politico di molti soggetti. Dobbiamo caratterizzare da subito il Pd come una forza più compiutamente socialista, che fa della questione sociale e della difesa dei lavori la ragione essenziale. Un partito più netto e più chiaro sui temi della redistribuzione del reddito e della riforma delle dinamiche del mercato, dello Stato e del welfare”.

 

Intervista integrale su La Stampa

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